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Specie aliene invasive: farina per mangimi con il gambero rosso della Louisiana
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La striscia

Caprolace, Fogliano e Monaci: zone umide del Parco Nazionale del Circeo che avevano subito l’invasione – come molte altre nicchie ecologiche – di specie aliene, molto spesso dannose per quelle autoctone.

I ricercatori del Centro di Zootecnia e Acquacoltura del CREA, in collaborazione con l’Ente Parco Nazionale del Circeo e il Reparto Carabinieri per la Biodiversità di Fogliano, hanno presentato i risultati relativi al primo anno di attività del progetto SUSHIN, “SUstainable fiSH feeds INnovative ingredients” per contenimento del Gambero rosso della Louisiana, crostaceo d’acqua dolce originario di Stati Uniti e Messico, che sta facendo strage in corsi d’acqua e fiumi.

Un’attività sperimentale, che ha permesso la cattura di oltre 23.000 gamberi, limitando l’espansione di questa specie dannosa nel Parco. Il progetto SUSHIN, infatti, ha come principale obiettivo quello di implementare soluzioni mangimistiche innovative per gli allevamenti di pesce italiani, salvaguardando la qualità e la sicurezza alimentare del prodotto ittico. Per far questo intende reperire e testare nuove materie prime per la formulazione di mangimi da acquacoltura che rispondano anche a esigenze di sostenibilità ambientale. In questo anno di attività, i ricercatori del Crea hanno sperimentato, insieme ad altre materie prime sottoutilizzate, una farina ottenuta da questo crostaceo. Tale farina ottenuta dal Gambero rosso della Louisiana è stata identificata come uno dei possibili ingredienti per i mangimi da acquacoltura da testare su specie allevate quali orata e trota iridea.

“Siamo soddisfatti per i risultati raggiunti in questo anno di attività, è stato fatto un importante passo avanti in ambito di agricoltura biologica e sostenibilità ambientale, proprio perché trasformano questa seria minaccia per la biodiversità del Parco  in mangime negli allevamenti di pesce certificati bio –  dichiara il direttore dell’Ente Parco Paolo Cassola – . E’ solo l’inizio di un duro e importante lavoro per salvaguardare il patrimonio naturalistico dell’area protetta e non solo”. 

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