di Angelo Pennacchioni
Roma, 21 Aprile 2017 – Dateci oggi la nostra farina, il nostro pane ed i nostri spaghetti quotidiani dall’antico sapore. Ad un prezzo ragionevole e, possibilmente, non contaminati.
Questa è la speranza che il popolo dei produttori, e dei consumatori, ripone negli esiti del convegno che si tiene domani a Gravina di Puglia, nell’ambito della 723a Fiera di San Giorgio, organizzato dall’Associazione Granosalus.
Il titolo? Agricoltura, Alimentazione e Salute: il caso del grano della pasta e del pane. Ampio e completo, ben s’innesca nelle ultime vicende della battaglia che vede coinvolti gli agricoltori del grano duro di Puglia ed i produttori di una decina di marchi della pasta. Con coinvolgimento importante ed interessato degli importatori di grano duro dal nuovo Continente.
La polemica s’è fatta rovente quando dei produttori pugliesi si sono raccolti nell’associazione GRANOSALUS ed hanno fatto analizzare da laboratori specializzati alcuni tipi e qualità di pasta alimentare.
Il risultato sarebbe che pur non superando i limiti di legge per ogni singola sostanza tossicologica, alcuni prodotti supererebbero la soglia del consentito – e quindi del dannoso alla salute – al momento della mistura grano italiano-grano estero.
Perché, ad esempio in Canada, i coefficienti permessi nei diserbanti e pesticidi di Don (microtossina), cadmio e glisofato sono di molto più alti di quelli consentiti in Italia . Dunque prodotto adulterato. Se non addirittura contaminato, e dannoso alla salute.
I pastifici tirati direttamente in ballo dalla Granosalus hanno smentito la fondatezza di tali accertamenti, alcuni hanno minacciato ricorsi in Tribunale mentre c’è stato chi ha diffidato “I Nuovi Vespri Siciliani”, giornale online, a togliere dal blog i risultati delle analisi sulla pasta.
Mentre Saverio De Bonis, presidente della GranoSalus continua ad organizzare convegni ed afferma: “ Noi siamo sereni…ci sono prove documentali evidenti.”