Incendio in Portogallo, anche l’Italia a rischio: a fuoco 500mila ha in 10 anni

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Il ministro dell’Interno portoghese Jorge Gomes ieri ha comunicato che, a causa dell’incendio dell’incendio sviluppatosi nella foresta di Pedrgao Grande, il numero delle vittime è salito a 43 morti e oltre sessanta i feriiti. Peraltro ancora oltre 600 pompieri stanno cercando di dominare le fiamme, che si muovono su quattro fronti. Entro oggi sono attesi in zona due canadair spagnoli.
 Il presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, ha annunciato su Twitter l’attivazione del meccanismo Ue di protezione civile per il violento incendio.
 Da rilevare che anche in Portogallo negli ultimi anni il problema degli incendi boschivi ha assunto dimensioni a dir poco drammatiche.

Nel decennio passato in Italia si sono perduti piu’ di 500 mila ettari di bosco, nè l’azione di rimboschimento e di ricostituzione boschiva sono riusciti a rimediare alle recenti devastazioni. Ogni anno a scadenza più o meno fissa – che va dalla metà di luglio alla fine di agosto – anche in Italia si ripete questo grave problema con danni ingenti, economici ed ambientali, contenibili e contenuti soltanto da una accurata azione di prevenzione e di pronto intervento di spegnimento.

In genere ogni Regione, Provincia, Comune e fin’anche parco naturale, all’inizio della stagione estiva predispone dei piani di comportamento e d’intervento. La gravita’ del fenomeno investe il bosco in tutte le sue molteplici funzioni, procurando danni diretti ed indiretti.

I primi danni apparenti da incendio boschivo, facilmente valutabili, sono rappresentati dal valore della massa legnosa e dalle vittime umane edi animali; i secondi, piu’ difficilmente stimabili, sono connessi alle funzioni “senza prezzo”. Quali: la difesa idrogeologica, la produzione d’ossigeno, la conservazione naturalistica, il richiamo turistico, le possibilita’ di lavoro per numerose categorie.

In Calabria continua a rivelarsi efficace e proficuo l’approccio alla prevenzione attuato dall’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte. La “formula” messa a punto per la difesa del patrimonio forestale e della biodiversità dell’Area Protetta prevede, attraverso contratti di responsabilità, il coinvolgimento delle Associazioni di Volontariato e Protezione Civile e dei Pastori (Allevatori e Coltivatori diretti). Questi ultimi, in particolare, interpretano sempre più il rinnovato ruolo di “eco-pastori” e di “custodi della natura aspromontana”.I dati sono sempre più incoraggianti e per due annualità il territorio dell’Area Protetta non è stata interessata da incendi di grande rilievo. Dati che assumono maggiore rilevanza e significatività se rapportati agli scenari delle altre provincie calabresi e dell’intero territorio italiano, drammaticamente colpiti da continui e devastanti incendi che hanno danneggiato rilevanti porzioni di patrimonio naturalistico.

La Sardegna e la Liguria sono altre due regioni ad elevato rischio, osserveremo speranzosi la via d’uscita che troveranno.