Il Parco nazionale d’Abruzzo, divenuto poi di Lazio e Molise, fu inaugurato il 9 settembre del 1922, ovvero 95 anni fa.
E’ una delle prime aree protette italiane e la sua istituzione dà l’avvio a una lunga storia di ambientalismo di cui oggi Federparchi si sente depositaria. L’ideatore e istitutore – giusto menzionarlo – fu l’ingegner Erminio Sipari, che da un’antica riserva reale di caccia fece nascere il Parco, allo scopo di salvaguardare un territorio ricchissimo di biodiversità.
Ecco perché oggi la Federazione Italiana dei Parchi e delle Aree Protette (Federparchi), ci tiene a celebrare questo compleanno, a sottolineare la vita bella, eppure difficile, di un parco che, più di ogni altro, forse, rappresenta l’Italia nel mondo e ha sempre avuto la capacità di confrontarsi con le realtà locali nella sua duplice funzione sociale e di tutela dell’ambiente.
In quasi un secolo di vita l’area protetta è cresciuta per numero di abitanti e di superficie: dal primo nucleo di 500 ettari di “Costa Camosciara” agli attuali 50.000 ettari, più 80.000 di zona di protezione esterna, distribuiti in tre regioni. Il Parco ha garantito così la sopravvivenza di una fauna variegata, come l’orso marsicano, il lupo, il camoscio abruzzese, l’aquila reale, insieme a moltissime altre specie animali e vegetali caratteristiche dell’Appennino. Per non parlare del patrimonio di foreste secolari, di acque cristalline e di paesaggi unici. Impressionanti i numeri sulla biodiversità: 66 specie diverse di mammiferi, 230 specie di uccelli, 52 specie di rettili, anfibi e pesci, 5.000 specie di invertebrati e 2.000 specie di piante superiori.