Il caso era balzato agli onori della cronaca nell’autunno del 2014 quando, nell’ambito delle indagini relative ad gatto scuoiato ritrovato di fronte al cancello di una scuola nel quartiere San Sisto, i Carabinieri fecero ingresso in un magazzino nel quale trovarono quattro maschere in pelle costituite da teste di gatto scuoiate, una ghigliottina, uno strumento per immobilizzare gli animali, vari utensili da chirurgo e siringhe usate, un vaso di vetro contenente una testa e zampe di gatto immerso in liquido, altri vasi di vetro immersi in materiale organico, coltelli, uncini e martellini.
LA SENTENZA – Ieri mattina l’avvocato difensore del giovane ventitreenne Franco Libori, individuato come il colpevole, ha ottenuto dal giudice Noviello l’assoluzione del suo assistito – come aveva chiesto sin dall’inizio del processo – per “l’assoluta mancanza di prove per quanto riguarda l’uccisione del gatto ritrovato davanti alla scuola”.
IL GATTO SCUOIATO – “Siamo sgomenti di fronte a questa sentenza pronunciata dal Tribunale di Perugia nei confronti dell’imputato. Attendiamo di leggere le motivazioni della sentenza ma chiediamo da subito al Pubblico Ministero di ricorrere in appello contro questa incredibile sentenza”, questo il commento di Ilaria Innocenti, responsabile Lav (Lega Italiana Anti Vivisezione) Area Animali Familiari, alla notizia della sentenza emessa ieri. Lav ed Enpa, si erano costituite parte civile ed avevano avanzato richieste specifiche: per la Lav, assistita dall’avvocato Gemma Bracco, oltre al massimo della pena era stato stato chiesto un risarcimento pari a ventimila euro, mentre l’Enpa (Ente nazionale protezione animali) aveva avanzato un risarcimento pari a ottomila euro, oltre che l’applicazione della misura di sicurezza per l’imputato.