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Smog e inquinamento dell’aria: ultimatum Ue all’Italia
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I ministri dell’Ambiente di nove Paesi, tra cui l’Italia, dal commissario europeo per l’Ambiente, Karmenu Vella. “Contributi positivi ma non sufficienti a modificare il quadro complessivo. Rispettare obiettivo il solo modo per evitare la Corte di giustizia”

La striscia

Bruxelles – La Commissione europea, attraverso le parole del commissario all’Ambiente Karmenu Vella, ha ammonito l’Italia e ha dato una settimana tempo al Ministero dell’Ambiente per presentare il piano di riduzione d’inquinamento dell’aria. In altre parole, il tempo dello smog è scaduto: “Se i Paesi hanno nuove misure da metter sul tavolo devono farlo al più tardi entro lunedì”, in quanto “non escludiamo di continuare il dialogo” ma, ha avvertito, “la sola cosa che tratterrà la Commissione da andare in Corte Ue è che quanto i Paesi mettono sul tavolo permetta di raggiungere i target contro l’inquinamento dell’aria senza ritardi. Le scadenze sono passate da tempo, e non possiamo permetterci altri ritardi, questo è quanto ho messo in chiaro questa mattina”, ha dichiarato a margine della riunione convocata da lui stesso con Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Spagna, Repubblica ceca, Ungheria, Romania e Slovacchia, tutti paesi in ritardo con le misure anti-inquinamento atmosferico.

LO SMOG – Galletti non si fa attendere: “Per adesso non abbiamo alcun deferimento” alla Corte Ue per lo smog, “anche se nel nostro Paese molti lo speravano”. Così il ministro dell’ambiente Gianluca Galletti dopo l’incontro convocato dal commissario Vella. Ora “dipenderà da come la Commissione valuterà il materiale”, ma per l’Italia è una “continuazione del dialogo” che “fino a oggi ha evitato il deferimento”, con “il lavoro fatto che ha dato risultati nel miglioramento della qualità dell’aria, con sforamenti d’inquinamento ridotti dal 2000 di più del 70%. I tempi indicati dal commissario Ue Vella dopo l’incontro sulla qualità dell’aria sono fino a lunedì per mandare tutta la documentazione che c’è, ma noi è una cosa che abbiamo già fatto”. Il ministro dell’ambiente ha sottolineato poi che “il problema non riguarda noi ma 19 Paesi su 28 in Europa” per cui “vale la pena valutare quello che ogni Paese sta facendo”. Per questo “sta ora alla Commissione Ue valutare le azioni dei Paesi per decidere tutti insieme cosa fare. In ogni caso – ha aggiunto – per l’Italia io porto a vantaggio della mia tesi che la qualità dell’aria è migliorata”.

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