Follow @elenaliviapenna
Lega e Movimento 5 Stelle escono indiscutibilmente vincitori da queste elezioni politiche 2018, nonostante entrambi i partiti non abbiano raggiunto la soglia del 40% e nonostante – mentre scriviamo – ancora non siano disponibili i dati elettorali definitivi. Dai momenti concitati della mattinata post-elettorale non è emersa nessuna dichiarazione politica sulle questioni ambientali, come era prevedibile e come è in uso dalle parti della politica italiana, dove certi argomenti ancora non sono entrati nel dibattito ideologico, men che meno in quello post-elettorale. Eppure solo 2 giorni fa il WWF lanciò un appello che ottenne una netta adesione trasversale di quasi tutte le fazioni, compresi Salvini e Di Maio.
PRIMA DELLE ELEZIONI – Lo chiamarono “Patto per l’Ecologia” e prevedeva la trasformazione del ministero dell’Ambiente nel Ministero dell’Ecologia e la Sostenibilità: gli ambientalisti volevano ottenere una firma di ferro – prima dell’apertura delle urne – da parte di tutti sulle necessità di adeguare le politiche ambientali ai nuovi scenari e alle nuove sfide per il futuro dell’Italia e del pianeta. Insieme ai due leader, che a elezioni avvenute hanno ottenuto rispettivamente il primato come partito politico italiano con circa il 32% dei voti degli italiani e il primato nella coalizione di Centro Destra con oltre il 18% delle preferenze, avevano aderito anche Forza Italia, Insieme, Liberi e Uguali e Partito Democratico. Non sappiamo quale sia il criterio che il Capo dello Stato impiegherà per affidare l’incarico del nuovo Governo, né se affiderà l’incarico alla prima Coalizione – seppure non abbia raggiunto la soglia necessaria – né se deciderà di fidarsi consegnare la carica di primo Ministro all’indiscusso primo partito della Nazione.
Di certo c’è che nei prossimi giorni, quando il dibattito sulle elezioni non sarà ancora terminato, il WWF tornerà a chiedere conto ai big vincitori. Anche perché Donatella Bianchi, presidentessa del WWF Italia, aveva detto: “I grandi cambiamenti in atto richiedono un impegno concreto del prossimo Governo per la trasformazione dell’attuale Ministero dell’Ambiente in un Ministero dell’Ecologia e della Sostenibilità, più innovativo e moderno, con adeguate dotazioni finanziarie e personale specializzato. È il prerequisito essenziale per mettere l’ambiente al centro, avviare la riconversione ecologica dell’economia e guidare il processo di transizione che coinvolge società civile, attività produttive e istituzioni. I cambiamenti climatici, l’inquinamento, l’ampiezza delle crisi ambientali con conseguenze sulla salute e sulla biodiversità impongono strumenti di governo moderni ed efficaci: è necessario avviare la riforma del ministero nelle fasi iniziali della legislatura”.