Dopo aver chiesto al Movimento 5 Stelle quale sarà il ruolo dell’Ambiente nel caso ricevessero l’incarico a formare il nuovo governo, abbiamo dato voce anche alla Lega di Matteo Salvini. Altro vincitore indiscusso di questa tornata elettorale, la Lega avrà sicuramente un ruolo centrale nella formazione del nuovo governo. Abbiamo intervistato Gian Carlo Locarni, responsabile del Diperatimento Ambiente che ha ricoperto un ruolo centrale nella redazione del programma ambientale della Lega.
RIPRENDIAMOCI L’AMBIENTE – “Per troppi anni l’ambientalismo si è rivolto soltanto ad una parte limitata e schierata della popolazione, dimenticando colpevolmente che le tematiche ambientali sono universali e trasversali. C’è bisogno di un maggior coinvolgimento e conoscenza dei temi ambientali, che sappia parlare a 360 gradi a tutti i cittadini, capace anche di costruire alleanze e di portare la questione ecologica al centro della politica. I temi principali sono per noi green economy ed economia circolare.”
GREEN ECONOMY – “Vogliamo sostenere la green-economy, sostenendo la ricerca, l’innovazione e la formazione per lo sviluppo del lavoro ecologico e per la rinascita della competitività del nostro sistema industriale. A tal fine le Pubbliche Amministrazioni (PA) dovrebbero essere coinvolte a tutti i livelli nella promozione di questo cambiamento e diventare un riferimento per l’adozione di buone pratiche, migliori tecniche e standard. È necessario armonizzare i rapporti tra lo Stato e le PA, rafforzando le autonomie ed i presidi territoriali più efficienti, valorizzandone le professionalità e le risorse migliori. È necessario che siano adottate iniziative a tutti i livelli e comunicate al cittadino in maniera efficace. In particolare si considera importante l’introduzione di una quota obbligatoria di acquisti verdi per tutte le PA (G.P.P. Green public procurement), nonché di una accurata valutazione dei costi e benefici ambientali per ogni acquisto effettuato”.
CREDIAMO IN UN’ECONOMIA CIRCOLARE – “Che pone al centro la sostenibilità, in cui non ci sono prodotti di scarto e in cui le materie vengono costantemente riutilizzate. Un sistema in cui tutte le attività, a partire dall’estrazione e dalla produzione, sono organizzate in modo che i rifiuti di qualcuno diventino risorse per qualcun altro. I temi su cui puntare sono l’innovazione dei modelli di business, favorendo lo spostamento delle preferenze dei consumatori verso l’accesso ai servizi come alternativa al possesso dei beni, l’innovazione di prodotto e l’innovazione di processo: queste sono le linee di sviluppo strategico che si devono perseguire, con meccanismi non solo di incentivazione finanziaria ma anche e soprattutto meccanismi premianti, facilitati e agevolati. A livello nazionale vanno adottate norme chiare che consentano di attribuire la qualifica di non rifiuto a specifici prodotti, che consenta e promuova un loro diffuso riutilizzo, e per la definizione di nuovi combustibili ammissibili nei cicli produttivi. Fondamentale è consentire e prevedere una autonomia a livello regionale di pianificazione ed individuazione delle misure di implementazione dell’economia circolare, a partire dalla attribuzione delle competenze nella disciplina del recupero di specifiche categorie di rifiuti”.
RIDURRE LA TASSA DEI RIFIUTI DEL 50% ENTRO IL 2020 – “Per ridurre la tassa per ogni famiglia occorre fare due cose: dire no alle raccolte differenziate che non sono destinate al reale recupero e sostituire parzialmente il carbone che utilizziamo in Italia con i nostri rifiuti trasformati e selezionati. Così proibiremmo anche l’esportazione degli stessi all’estero, permettendo così di abbassare il livello dell’inquinamento atmosferico e di non “regalare” oltre 5 milioni di tonnellate all’anno di risorse ai paesi europei. Per ridurre la produzione dei rifiuti sono necessarie azioni di prevenzione, che vanno necessariamente incentivate, tra le quali trovano spazio la tariffazione puntuale, le azioni contro lo spreco alimentare e la diffusione di centri del riuso.”
STOP ENTRO IL 2030 ALLE AUTO INQUINANTI – “Fondamentale l’adozione di norme specifiche che pianifichino il divieto di circolazione delle auto inquinanti (diesel e benzina) sul territorio nazionale entro il 2030, data considerata da tutti come necessaria per evitare di arrivare troppo tardi ad affrontare un problema già oggi particolarmente complesso. Vogliamo prevedere incentivi per le immatricolazioni di nuove auto elettriche ed ibride, per favorire lo sviluppo di reti infrastrutturali adeguate a sostenere tale cambiamento. Vogliamo inoltre potenziare il trasporto pubblico, specialmente nei centri abitati a maggior densità abitativa. Queste azioni sono fondamentali per un miglioramento della tutela ambientale così come delle condizioni di vita, in particolare di salute, dei cittadini”.
BONIFICHE, RIGENERAZIONE URBANA ED EDILIZIA A IMPATTO ZERO – “Gli enti locali interessati dalla gestione di procedure complesse di bonifiche devono essere supportati adeguatamente. Siamo anche favorevoli alla realizzazione di un piano nazionale per la rigenerazione urbana, che attivi percorsi che impediscano il consumo di suolo e favoriscano il recupero e la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, così come il riutilizzo delle aree dismesse ed inquinate. Infine, occorre incentivare una edilizia a impatto ambientale zero, prevedendo per chi realizza edifici non inquinanti concessioni di costruire con incremento volumetrico in deroga, sgravi in termini di oneri urbanistici e agevolazioni fiscali. Gli immobili capaci di autoprodurre energia rappresentano la sfida del futuro.”
NO OGM E NO AL TTIP E CETA – “Noi ci siamo sempre espressi contro gli OGM e abbiamo sempre pensato alla difesa dei prodotti locali. Siamo totalmente contrari agli accordi di commercio internazionale, sia al TTIP con gli Stati Uniti che al CETA con il Canada. Anche il nostro Segretario si è sempre espresso contrario. Noi siamo per la valorizzazione dei nostri prodotti e troviamo che questi accordi li danneggiano. Per mere quote di mercato dobbiamo sacrificare le nostre eccellenze alimentari? No, non ci stiamo.”
SÌ AL MINISTERO DELL’ECOLOGIA E DELLA SOSTENIBILITÀ – “Dal WWF accettiamo consigli, ma la linea la vogliamo dettare noi. Ognuno deve restare nelle proprie competenze. L’ambiente e la sostenibilità si intrecciano con tante altre tematiche, quindi troviamo sia giusto revisionare l’attuale Ministero dell’Ambiente in favore di un ministero più attento al concetto di “sviluppo sostenibile”. Il problema della sostenibilità è complesso: bisogna lavorare sulle infrastrutture, sulla cultura dei cittadini e bisogna mettere quest’ultimi nelle condizioni di poter fare scelte sostenibili, come ad esempio acquistare un’auto elettrica.”
DOBBIAMO TROVARE UNA CONCERTAZIONE TRA PROGRAMMI POLITICI LEGATI ALL’AMBIENTE – “Per il bene dell’ambiente è giusto secondo me lavorare a una concertazione tra i vari programmi politici, mettendo da parte quell’atteggiamento da “tifoseria politica”. Un esempio concreto? Sono convinto che welfare e ambiente non devono avere una connotazione politica ma quella del buon senso. Ma per fa questo bisogna essere meno tifosi: se una proposta è in grado di migliorare la condizione economica, sociale o ecologica dell’Italia, va presa in considerazione e portata avanti. In passato perseguire certe politiche ambientali, legate alla green economy e all’economia circolare, è stato ostacolato del problema del “saldo dei voti”. Noi abbiamo sviluppato un programma legato alle politiche ambientali, perché crediamo che lo sviluppo del benessere economico dell’Italia non possa prescindere dallo sviluppo ecologico del Paese. Si può guadagnare salvaguardando l’ambiente”.