Contratto per risanare l’intero bacino idrografico
Roma – Domani con la prima pubblica assemblea, che si tiene nella Sala Conferenze della ex-Cartiera Latina, inizia l’attività del “Contratto per il fiume Almone”. Vi partecipano il Parco dell’Appia Antica, dei Castelli romani ed il Comitato per il Parco della Caffarella, con la partecipazione delle istituzioni coinvolte nel risanamento e nella valorizzazione del terzo fiume della Capitale. Quella di quest’Assemblea deve considerarsi un’occasione importante perché l’incontro fra tecnici, amministratori e comunità locali dovrà studiare il degrado dell’Almone oggi, le decisioni ed i mezzi necessari per la rinascita del territorio.
ALMONE – L’Almone è un piccolo fiume che scende dai colli Albani, nasce da acqua che proviene da perdite del lago di Albano e finisce, fra marane e tratti interrati, nel Tevere nei pressi della ex area industriale del Gazometro, percorrendo l’ultimo tratto con il nome di Acquataccio, presso il quartiere della Garbatella. Ma è da parecchi anni che comitati ed assemblee di cittadini denunciano il degrado di questo fiume, già sacro ai romani, sollecitando almeno il risanamento del corso e delle ripe che attraversano a cielo aperto interi, popolosi quartieri. Poco più di un anno fa gli attivisti del Comitato per la Caffarella, dopo aver raccolto in un libro le devastanti condizioni de “Il sacro Almone”, ed aver preso parte a Commissioni capitoline e regionali, hanno inoltrato anche una denuncia in Procura della Repubblica, sottoscritta da circa 250 cittadini.
Tanto per ricordare l’importanza storico-sociale di questo corso d’acqua e dell’intero bacino, il Convegno sarà aperto da una introduzione idrografico-naturalistica del professore Maurizio Parotto, docente di Geologia a RomaTre. Successivamente per una analisi conoscitiva e tecnica dell’intero territorio interverranno: Fabrizio Piccari e Andrea Bonamico, Parco Regionale Appia Antica, Annabella Portanova e Mario Dionisi, Città Metropolitana di Roma Capitale, Alessia Delle Site, Acea Ato 2.