Notizie di randagi massacrati o fatti sparire dalle strade delle città dove a breve giocheranno gli incontri della Coppa del Mondo di calcio; una pratica terribile e disumana, purtroppo già sperimentata in occasione del campionato europeo di calcio. Era il 2012 e la comunità animalista internazionale si stringeva intorno ai randagi di Kiev. La stessa mobilitazione è avvenuta oggi in previsione dei Mondiali che si svolgeranno quest’estate e ha visto come capofila, in Italia, proprio l’Ente Nazionale Protezione Animali che nelle passate settimane aveva scritto all’ambasciatore della Russia in Italia e lanciato un appello a mezzo stampa alla Fifa per chiedere di fare chiarezza sul punto. Mentre l’ambasciatore aveva risposto ufficialmente ad Enpa, la Fifa no.
“Un grazie a Franco Frattini, presidente della Sioi per aver discusso con il ministro degli Esteri della Russia Sergej Lavrov la questione delle uccisioni di randagi nelle città della Coppa del Mondo di calcio”, si legge in una nota della presidente di Enpa Carla Rocchi. “Come reso noto con un tweet dallo stesso Frattini, Lavrov ha detto che “le autorità russe proibiscono lo sterminio di cani e gatti randagi in preparazione dei Mondiali di calcio”.
«Sono grata a Franco Frattini, di cui è a tutti nota la straordinaria sensibilità, per essere nuovamente intervenuto, con grande autorevolezza, in difesa degli animali. Spero con tutto il cuore – dichiara Rocchi – che la presa di posizione del ministro Lavrov possa mettere un punto alle notizie inquietanti che arrivano dalla Russia. I primi a doversi dissociare da queste situazioni inaccettabili sono proprio gli organizzatori di grandi e piccoli eventi internazionali. Solo così – spiega Rocchi – si possono fare pressioni sui governi per abbandonare pratiche crudeli ed incivili”.