Roma – E’ stata votata l’altra sera ed accolta l’altra notte la nuova direttiva europea sulle rinnovabili (RED II) che sancisce il nuovo obiettivo vincolante per l’energia rinnovabile in Ue al 2030, fissato al 32%, compresa una revisione da attuarsi entro il 2023 per un eventuale rialzo dell’obiettivo Ue.
“E’ una buona notizia – ha commentato il ministro Sergio Costa – l’accordo tra le istituzioni europee sulla nuova direttiva rinnovabili che aggiorna il quadro normativo al 2030 e riconosce per la prima volta il diritto dei cittadini di partecipare alla rivoluzione energetica in corso nell’ottica dell’abbattimento delle emissioni”.
“Finalmente – ha poi spiegato il Ministro – i cittadini europei potranno diventare produttori di energia e questo cambierà il modello produttivo energetico, che sta già subendo dei progressi nella direzione della produzione delle energie pulite, come dimostrano i dati divulgati proprio oggi dall’osservatorio Fer, che vedono un incremento del 4% delle nuove installazioni di fotovoltaico, eolico e idroelettrico nelle regioni italiane. Un incremento che ci impegniamo a portare avanti, rafforzando la filiera e provando a colmare le lacune degli ultimi anni per consentire alle imprese italiane di svolgere un ruolo più rilevante nella competizione internazionale con soluzioni tecnologiche innovative”.
“Inoltre – ha concluso il ministro Costa -, grazie alla nuova direttiva europea, cambierà anche il paesaggio ambientale delle nostre città, nelle quali si vedranno sempre più pannelli fotovoltaici per l’autoconsumo. E ci saranno indiscutibili vantaggi per le cooperative energetiche, poiché sarà più semplice realizzare i progetti legati alle rinnovabili”.
Per il raggiungimento del nuovo obiettivo è stata decisiva la presa di posizione dei Governi di Italia e Spagna che hanno cambiato gli equilibri europei. Entrambi i Paesi si sono schierati per il 35% (proposta del Parlamento) insieme a Svezia, Lussemburgo, Lituania, Portogallo; la Germania invece era rimasta ferma al 30% e la Francia al 32%. Gli stati membri avranno obiettivi indicativi e non vincolanti.
La nuova normativa prevede che la quota di fonti rinnovabili nei trasporti sia fissata al 14% con l’accordo per eliminare l’utilizzo di olio di palma entro il 2030 e stabilisce di issare l’emissione di CO2 al 40% entro il 2030.Per la prima volta sono garantiti anche i criteri di sostenibilità per le biomasse solide: la biomassa deve essere prodotta in modo sostenibile e legale, indipendentemente dalla sua origine geografica. Quanto alla sostenibilità, però potrebbero verificarsi degli squilibri in quanto ogni Stato può fissare criteri diversi ed anche più elevati.
Il ministro Costa sulle rinnovabili: “E noi colmeremo le nostre lacune”I
Impegno dell’Italia a rafforzare la filiera trascurata negli anni