Roma – Ecco il testo del comunicato stampa firmato Coldiretti pervenuto oggi pomeriggio alle ore 16:09:
“Non esiste alcun riferimento al nome Italico nè tantomeno alle miscele di oli extravergine di oliva Made in Italy con quelli importati dall’estero nel più grande contratto di filiera per l’olio Made in Italy di sempre siglato da Coldiretti, Unaprol, Federolio e FAI S.p.A. (Filiera Agricola Italiana), che coinvolge le principali aziende di confezionamento italiane. Lo rendono noto le organizzazioni firmatarie nel precisare che si tratta di una fake news diffusa ad arte per cercare di colpire un accordo storico per l’olio italiano al 100%, da olive coltivate e molite in Italia, che riguarda un quantitativo di 10 milioni di chili per un valore del contratto di filiera di oltre 50 milioni di euro, che taglia intermediazioni, speculazioni e faccendieri.
Si tratta di una notizia falsa cavalcata, piu’ o meno strumentalmente, per interessi che non hanno nulla a che fare con il bene del Made in Italy, dei consumatori e degli imprenditori agricoli che in migliaia si stanno interessando per valutare liberamente le opportunità e le condizioni offerte da un contratto con un prezzo minimo garantito e finalmente la possibilità di una pianificazione produttiva pluriennale.”
Dunque è vero. A base del “grande contratto” c’è la svendita delle riserve di olio extravergine giacente nei depositi del Consorzio Olio olivicoltori. Confermata da Coldiretti ma a basso prezzo, certamente non gradito dagli associati: a quattro-cinque euro.
Domanda: ma allora tutte le dichiarazioni di Confagricoltura, Federolio, Unaprol, CNO, Agrinsieme ecc, ecc, erano tutte notizie false? E polemiche inventate ed apocrife? E per leggerle sulle pagine dei giornali la Coldiretti ha impiegato una settimana? Probabilmente prima il pachiderma dormiva; senza accorgersi delle proteste e della preoccupazione di olivicoltori, frantoiani e consumatori
Resta dunque la verità esposta dal prof. Paolo Marini, presidente della Filierra Olivicola Olearia, Italiana, nel suo appello al nuovo governo: “Mi pongo soltanto una domanda, la nuova classe politica del Mipaaf, leggendo queste notizie, si rende conto che l’estrema frammentazione dell’olio italiano danneggia sia l’immagine del Made in Italy, che l’intero comparto dell’olivicoltura italiana?”. Così ad Agricolae, in merito alla presentazione da parte di Unaprol e Federolio dell’olio “Italico”.
E restano dieci milioni di chili di olio extravergine svenduti per 50 milioni di euro. Stavolta il pachiderma ed i suoi riferimenti mediatici hanno toppato. Davvero.