Il nuovo strumento strategico per la biodiversità. Cancellata la legge del 1931.
Roma – Per venerdì prossimo, 27 luglio, è convocato al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali il Tavolo Tecnico delle Piante Officinali. Un folto gruppo di esperti che avrà il compito di recepire i dettami del decreto legislativo n. 75 del 21 maggio 2018, e quindi predisporre i decreti attuativi del nuovo dispositivo di legge. Si tratta di un testo unico che regolerà la coltivazione, la raccolta e prima trasformazione delle piante officinali; entrerà in funzione a fine anno. Con l’obbligo di adeguare la disciplina vigente ed abrogare del tutto la vecchia legge n.99 del 1931.
Verrà dato un nuovo assetto a tutto il settore delle piante officinali, per favorire la crescita e lo sviluppo della produzione nazionale. In particolare, con l’istituzione dei registri varietali delle specie, il nuovo dispositivo fornisce anche una definizione di piante officinali.
Inoltre la loro coltivazione, la raccolta e la prima trasformazione sono riconosciute come attività agricole a tutti gli effetti. E ne viene regolamentata la certificazione e la commercializzazione delle sementi. In pratica si realizza il Piano di settore della “filiera delle piante officinali”. Cioè lo strumento programmatico e strategico del settore destinato a fornire alle Regioni un indirizzo sulle misure da inserire nei singoli Piani di Sviluppo Rurale.
Alberto Manzo, funzionario del Mipaaf e coordinatore del Tavolo delle Piante Officinali ha definito il provvedimento: “un testo breve, chiaro, essenziale in grado di agire da volano per il settore delle piante officinali favorendo il suo sviluppo da “settore di nicchia” a filiera consolidata multifunzionale, che favorisce la biodiversità e l’origine naturale dei prodotti di queste piante con un concreto sviluppo verso nuovi campi di applicazione ed attività ad esso connesse”.
Il testo della legge precisa che “il Tavolo Tecnico del settore delle piante officinali è composto dai rappresentanti del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, del Ministero della Salute, del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, del Ministero dell’Economia e delle Finanze, dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, delle Regioni e Province autonome di Trento e di Bolzano, delle organizzazioni professionali agricole” e giù una sfilata di circa una decina di sigle che vanno dall’Agea al Crea, al Cnr all’Aifa, all’Unimont, l’Università della Montagna che invierà la professoressa Anna Giorgi,
Allora la domanda pertinente, spontanea e del tutto lecita è: riuscirà il pur competente e solerte dottor Alberto Manzo a districarsi fra tante esperienze, opinioni ed eccezioni di personaggi importanti ed investiti, fra l’altro, di difendere anche interessi di casta, di procedere in maniera spedita? Glielo auguriamo per il bene della filiera delle Piante Officinali ma, soprattutto, per la biodiversità del territori.