Spreco alimentare, l’inversione di tendenza sembra confermata: sei italiani su 10 dichiarano di gettare il cibo ancora commestibile solo una volta al mese, o addirittura più raramente. Il 16% butta alimenti buoni una volta alla settimana e il 15% ogni due settimane. Ma quasi tutti – il 92% – si sentono tristi e in colpa quando si ritrovano a gettare cibo.
Sono alcuni dei dati che emergono dal Rapporto 2018 dell’Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market, monitorati per la 9° edizione della Campagna Spreco Zero presentata stamane a Roma all’Anci dall’ideatore Andrea Segrè. Insieme a lui, il presidente dell’Anci Antonio Decaro – presidente Anci -, Luca Falasconi, coordinatore del progetto 60 sei zero e Giobbe Covatta, vincitore nel Premio Vivere a Spreco Zero 2018.
“Ma i dati reali sullo spreco – spiega il docente ed economista Andrea Segrè, fondatore della campagna – parlano ancora di 3 kg di cibo pro capite ogni mese gettato nella spazzatura. In termini di costi, questo si traduce in 8,5 miliardi di euro gettati ogni anno, ovvero lo 0,6% del Pil. Lo spreco si batte prevenendolo e solo una capillare campagna di educazione alimentare può favorire la svolta”, conclude Segrè.
La Campagna Spreco Zero si concluderà il 5 febbraio 2019 in occasione della 6° Giornata Nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare e quest’anno riparte anche il Premio Vivere a Spreco Zero, promosso insieme al Ministero dell’Ambiente attraverso il progetto 60 sei zero e in collaborazione con l’Anci. “Anche quest’anno – spiega Luca Falasconi – i nostri interlocutori saranno i 7982 comuni e le 20 regioni italiane , che invitiamo a volersi candidare segnalando le buone pratiche in termini di prevenzione e recupero degli sprechi alimentari. Ma come sempre ci rivolgiamo anche alle aziende, ai cittadini e alle scuole, per sensibilizzare su un tema chiave del futuro”.