Stanno bene e stanno crescendo i primi 5 pulli di Aquila di Bonelli arrivati in Sardegna dal mese di giugno, provenienti dalla Francia e dalla Spagna. Gli esemplari di questo rapace estinto in Sardegna dalla fine del secolo scorso, sono ospitati nel Parco Naturale Regionale di Tepilora, in provincia di Nuoro, costantemente controllati dai tecnici dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) con il supporto dell’Agenzia regionale FO.RE.S.T.A.S.
La reintroduzione dell’Aquila di Bonelli (Aquila fasciata) in Sardegna rappresenta una grande opportunità per la conservazione della specie, anche attraverso il ripristino della continuità di areale nel Mediterraneo centro-occidentale.
Alle prime 4 giovani aquile i ricercatori hanno già dato un nome, ispirato dai luoghi del parco che sta ospitando il progetto: sono Abbaluchente, Posada, Tepilora, ed Helmar (quest’ultimo in onore del naturalista Helmar Schenk). Al quinto aquilotto, ultimo arrivato, è stato dato il nome di Nurasè dal personale di FoReSTAS di Bitti. Tutti e cinque si trovano attualmente nella voliera di ambientamento e sono quasi pronti per la liberazione ma bisognerà attendere ancora un po’ per l’apertura della grande gabbia che li ha ospitati sin dall’arrivo in terra sarda, quando erano così giovani da non poter ancora volare.
Con il rilascio in natura delle prime 5 aquile si raggiungerà un importante obiettivo del progetto Life “Aquila a-Life” (http://aquila-a-life.org/index.php/es/) che prevede il rilascio di altrettanti esemplari ogni anno e fino al 2022, interessando anche altre zone dell’Isola: la finalità generale è l’incremento dell’areale dell’Aquila di Bonelli nel Mediterraneo occidentale ed il recupero della specie oggi classificata, in Italia, come in “pericolo critico di estinzione”. Si tratta del ritorno in Sardegna di una specie importante, anche per il controllo naturale delle popolazioni di corvidi.
Coordinato da GREFA, una ONG spagnola che si occupa di conservazione della natura anche attraverso il recupero di fauna in difficoltà e programmi di captive breeding, il progetto è iniziato ad ottobre del 2017, ha una durata di 5 anni e coinvolge diversi partner internazionali.
Le azioni in capo ad ISPRA, Area per l’Avifauna Migratrice, prevedono la reintroduzione della specie in Sardegna, ove l’estinzione risale probabilmente agli anni ‘90 del secolo scorso.