Alzi la mano chi, negli ultimi giorni estivi, non ha sofferto della ripresa quotidiana immerso nel traffico di città ormai definitivamente tornate ai frenetici ritmi abituali. Persone – alle quali corrispondono una o più auto – e tempi che quasi sempre incalzano il nostro corpo perché si sbrighi a riprendere velocità e aumenti la propria capacità reattiva. Colazioni fugaci, pranzi in piedi (quando non siamo in ritardo con le scadenze di lavoro) e quella bottiglietta d’acqua che pesa dannatamente, prima vittima di una accurata selezione del contenuto di borse, valigette e zainetti che devono accompagnarci fino all’ora di cena. Finchè già all’alba dell’autunno la nostra percezione si stabilizzerà e tutto questo apparirà nuovamente “normale”, con buona pace dei tempi “più accettabili” delle lontane vacanze estive.
Ma tutto questo per il nostro benessere non è a costo zero e il prezzo che già da anni stiamo pagando sta iniziando a richiedere con urgenza il proprio saldo.
All’impatto che i “fattori ambientali modificabili” e gli “stili di vita non corretti” stanno avendo sulla nostra salute è dedicato un punto della situazione nazionale mercoledì 19 settembre a Roma, presso l’Auletta dei gruppi Parlamentari, durante il quale si incontreranno politica, sanità, terzo settore e professionisti. E i dati su cui si ragionerà risultano già allarmanti, tanto che fanno guadagnare all’evento il titolo di “Emergenza cancro”.
“Purtroppo si tratta di un tema strategico che giorno dopo giorno moltiplica le sue vittime”, avvisa Alessandro Miani, presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale che – in collaborazione con Confassociazione Ambiente – ha organizzato l’evento romano. “Nel 2016 il Ministero della Salute ha diramato una mappa delle zone più inquinate in Italia, associata all’eventuale aumento di tumori in queste aree. I dati mostrano un aumento anche del 90% di malattie tumorali nelle zone inquinate. Un tema dunque che deve essere portato all’attenzione dei media, della popolazione e delle Istituzioni perché interessa la salute dei cittadini ma ha anche importanti ricadute economiche sul SSN e sui bilanci delle Regioni interessate”. Una vera e propria ipoteca sul futuro, peraltro costosissima, dunque. “Quello che facciamo oggi – prosegue Miani – avrà ricadute positive o negative tra trenta anni. Le nostre scelte devono tenere conto di questo. Abbiamo una sola vita per affermare il bene e per donare un ambiente sostenibile ai nostri figli e nipoti. I dati scientifici ci dicono oggi che l’incidenza tumorale interessa soprattutto la fascia 0 – 19 anni di età. Il momento giusto per cambiare rotta è adesso, domani potrebbe essere troppo tardi”.
Sì, ma da dove partire? “Ogni anno 9 milioni di persone perdono la vita a causa dell’inquinamento – gli fa eco Antonio Persici, presidente di Confassociazioni Ambiente – si tratta dunque di una strage che potrebbe essere evitata con interventi mirati nei trasporti, nell’energia, nell’agricoltura e nell’industria. Un’emergenza che necessita dell’impegno di tutti. Grazie alla collaborazione collettiva, dobbiamo abbattere, il più possibile, i rischi per la salute, istituendo un nuovo modello di società sostenibile e rispettoso dell’ambiente e, dunque, della salute dei cittadini”.
L’evento si terrà mercoledì 19 a partire dalle ore 9:30 fino alle 19:30 presso l’Auletta dei Gruppi Parlamentari in via di Campo Marzio 78 in Roma.