Il Consiglio dei Ministri ha bocciato il progetto per la realizzazione di un termovalorizzatore a San Filippo del Mela, in una valle già considerata a rischio ambientale nel versante ovest dei Monti Peloritani, in provincia di Messina. A proporlo era stato il gruppo A2A, una multiutility che nel messinese di occupa anche di fornitura di energia elettrica.
Non tarda ad arrivare il commento delle associazioni ambientaliste. “Abbiamo lottato per decenni nella valle del Mela prima contro le emissioni della vecchia centrale termoelettica e poi contro il progetto della sua riconversione a termovalorizzatore. Lo stop definitivo al progetto di A2A è una bella notizia ma non ci si deve fermare qui. Solo con la loro realizzazione si completerà la riconversione industriale nel segno dell’innovazione del sito produttivo di San Filippo del Mela che noi auspichiamo da anni, e che deve riguardare anche il resto dell’area industriale a partire dalla Raffineria di Milazzo”, si legge in una nota congiunta firmata da Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia, e Pippo Ruggeri, presidente del circolo Legambiente del Tirreno.
Che poi rincara la dose: “A2A presenti al più presto i progetti e realizzi gli altri impianti del polo energetico integrato per promuovere l’economia circolare in Sicilia e la produzione di energia rinnovabile dal sole con le tecnologie più innovative. La centrale è obsoleta e il consumo dei carburanti si ridurrà presto drasticamente. Perciò il futuro sta nell’innovazione tecnologica, nello sviluppo delle fonti rinnovabili e nell’economia circolare”. La battaglia sembra essere quella contro una vera e propria “dittatura delle energie fossili e delle discariche dei rifiuti che continuano a farla da padrone sul territorio siciliano” perché – sottolinea Legambiente – “nel sito della centrale i moduli dell’impianto solare termodinamico già realizzato sono replicabili e ci sono spazi per progetti energetici adatti alle esigenze del territorio e capaci di salvaguardare i livelli occupazionali. Un impianto all’avanguardia per la digestione anaerobica degli scarti organici e per la produzione di biometano da immettere nella rete del gas poi sarebbe coerente perchè, contrariamente all’inceneritore, rappresenterebbe un importante fattore di economia circolare e darebbe una risposta concreta e coerente con lo sviluppo della raccolta differenziata dell’organico da parte dei comuni siciliani”.