Nuovo aggiornamento del Ministero dell’Ambiente sullo svolgimento delle attività di contenimento e bonifica che stanno avvenendo al Largo della Corsica, nel bel mezzo della più grande area marina protetta del Mediterraneo meglio conosciuta come Santuario dei Cetacei. Qui, all’alba del 7 ottobre, è avvenuta la collisione tra una nave battente bandiera tunisina ed una portacontainer di bandiera cipriota che ha provocato una fuoriuscita di combustibile in mare per una stima di 600 metri cubi. “La Guardia Costiera francese – fa sapere il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa – ha stimato la quantità di prodotto sversato in mare tra 100 e 300 metri cubi che si è frammentato in cinque macchie che vanno alla deriva al largo della Corsica, per una lunghezza 25 chilometri. I nostri mezzi antinquinamento, sotto il coordinamento della Francia, hanno già recuperato parte del combustibile fuoriuscito, pari a circa 150 metri cubi di prodotto oleoso misto ad acqua”.
Ma come spesso accade, il fatto di cronaca riporta l’attenzione su un problema più vasto, che in questo caso riguarda il mantenimento dell’ecosistema e della fauna che lo abita. Marevivo parla della gestione del Santuario come quella di “una dichiarazione platonica, perché – commenta Antonio Fulvi, delegato a Livorno – si tratta di un’area protetta in cui non solo non ci sono divieti di pesca ma non ci sono “corridoi” della navigazione dei mercantili e dei traghetti, che incrociano a tutta velocità verso Sardegna e Corsica. Secondo i dati ufficiali, ogni anno 40 balene o balenottere sono speronate e uccise dalle navi”. Rincara la dose Raffaella Giugni, responsabile delle relazioni istituzionali di Marevivo: “Questo incidente è un’ennesima minaccia la prezioso Santuario dei Cetacei, l’intenso traffico marittimo mette a rischio quotidianamente l’area protetta e la vita di questo fragile ecosistema. E’ necessario che le navi si dotino di strumenti più innovativi per evitare questi incidenti. E’ inaccettabile che in un Santuario non ci sia un limite al transito navale che per gli animali marini rappresenta una fonte di stress. Bisogna impegnarsi maggiormente per rendere le attività economiche dell’uomo sostenibili con la salvaguardia del capitale naturale”.