In Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige la situazione dei sentieri è molto preoccupante: oltre il 50% della rete è danneggiata, diversi itinerari non potranno più essere ripristinati e dovranno essere ripensati interi percorsi, compresi tratti del Sentiero Italia. Risulta meno compromessa la situazione dei rifugi, i cui danni, al momento, rilevati risultano essere meno gravi e riparabili già con l’arrivo della primavera 2019.
Questi gli aggiornamenti forniti dal Club alpino italiano questa mattina a Milano, in occasione della presentazione della raccolta fondi “Aiutiamo le Montagne di Nord-Est”, tenuta presso la sede centrale del Sodalizio. Raccolta aperta pochi giorni fa, che ha già superato la soglia di 10.000 Euro, frutto, come ha specificato il Direttore Andreina Maggiore “di tanti piccoli versamenti da parte di singoli Soci”. A queste risorse si aggiungono i 50.000 Euro già versati dal CAI centrale. “Molti nostri Gruppi regionali hanno annunciato un contributo, a partire dagli 8000 Euro già deliberati dal CAI Emilia-Romagna”.
Il Presidente generale Vincenzo Torti ha ribadito l’indicazione di non intraprendere escursioni nelle zone colpite dal maltempo in questo primo periodo: “non ne è il momento, poiché, con la frequentazione, gli escursionisti metterebbero a repentaglio la propria sicurezza e quella altrui. Intendiamo riportare vitalità in questi territori, ma ora la priorità sono gli interventi nei paesi e sulle strade di accesso da parte della Protezione Civile. Noi subentreremo in un secondo momento: abbiamo richieste provenienti da tutta Italia da parte di nostri Soci che, volontariamente, si sono messi a disposizione per risistemare i sentieri. I nostri volontari saranno coordinati da una cabina di regia a cura della Struttura operativa sentieri e cartografia e della Commissione centrale escursionismo”.
Il Vicepresidente Erminio Quartiani ha aggiunto che è in corso una sensibilizzazione dei Parlamentari amici della montagna per creare un fondo nella legge di bilancio appositamente dedicato alla sentieristica e alle strutture in quota, per rendere più veloce la sistemazione e la conseguente ripresa della frequentazione turistica.
In chiusura si è accennato al convegno “Quali limiti dell’outdoor?”, in programma il 25 novembre a Finalborgo (SV). Un’area, come ha spiegato il Presidente Torti, “diventata un punto di riferimento soprattutto per gli appassionati di arrampicata e mountain bike, il cui crescente numero induce a una riflessione. Come CAI vogliamo seguire e diffondere un modello di frequentazione responsabile, intelligente e rispettoso del territorio. Dobbiamo porci dei limiti in via preventiva, per non arrivare ai divieti, come il numero chiuso nella via francese al Monte Bianco”.