I forti venti di ottobre hanno determinato la caduta di una quantità impressionante di alberi lungo tutta la penisola e in particolare nelle città, dove una cattiva gestione del verde urbano non fa altro che amplificare gli effetti delle avversità atmosferiche. Il 21 novembre si celebra la giornata nazionale degli alberi e per l’occasione, il CONAF, spiega quali sono i 7 errori più comuni che affliggono il verde cittadino. Quella che è nata come una festa, affermano dall’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali, quest’anno dovrà essere un momento di riflessione sugli errori e sulle sottovalutazioni fatte in passato nella progettazione del verde urbano.
“Gli alberi in città cadono spesso in seguito ad eventi atmosferici estremi, ma l’elemento che determina la caduta è lo stato fitosanitario in cui versano le piante continuamente mutilate sia nell’apparato radicale, che viene ridotto o danneggiato a causa dei lavori effettuati per opere infrastrutturali, sia nella chioma, sottoposta ad errate e talvolta inutili pratiche di contenimento spesso culminanti nella capitozzatura – dichiara Sabrina Diamanti, Presidente CONAF – Sono criticità che si potrebbero correggere con una buona progettazione del verde, che consideri il contesto territoriale e ambientale in cui devono essere posizionate le piante, valuti le caratteristiche del terreno per apportare gli eventuali correttivi previsti dalla tecnica agronomica, volta a creare le migliori condizioni per un buon attecchimento delle piante e un ottimo sviluppo delle stesse a maturità.”
“Troppo spesso già al momento della messa a dimora degli alberi, si assistono ai primi errori: buche scavate in un terreno di cantiere, spesso sottostimate e che non consentono agli alberi di crescere; assenza di una preventiva analisi per conoscere le caratteristiche fisico-chimiche del suolo, che spesso è di risulta ed è carente di sostanza organica – evidenzia Renato Ferretti, Consigliere del CONAF – Un altro errore comune è non considerare lo spazio di cui ha bisogno la pianta per svilupparsi correttamente, non valutando le dimensioni che saranno raggiunte a maturità. In molti casi inoltre è evidente che la pianta è posizionata nella buca a profondità eccessiva, con sotterramento del colletto, cosa che genera processi di marciume. Infine, si sottovalutano le esigenze idriche, soprattutto al momento dell’impianto, e l’esigenza di un terreno areato: raramente si notano impianti di irrigazione mentre non manca la copertura del sito con materiali impermeabili delle pavimentazioni stradali o dei marciapiedi.”
Nelle nostre città quindi si devono affrontare due problemi: nuovi impianti, che devono passare attraverso una reale e professionale progettazione agronomica per evitare gli errori suddetti; cura del verde presente, puntando ad individuare tutte le misure correttive necessarie a sanare situazioni di degrado, non escludendo la decisione finale della sostituzione. Tecnici preparati quali sono i Dottori Agronomi e Forestali sanno quanto sia importante tenere conto delle esigenze delle specie messe a dimora, del loro sviluppo a maturità e del loro ciclo di vita, in modo da poter effettuare tutti gli interventi agronomici per rendere il luogo d’impianto idoneo alla crescita di alberi sani e robusti. Un progetto che dovrà anche essere corredato di un programma di manutenzione che preveda gli interventi colturali necessari annualmente ed alla fine anche la sostituzione preventiva al termine del ciclo di vita. I 7 errori più comuni, e che quindi è bene evitare, sono i seguenti:
Non valutare le dimensioni della pianta, quando sarà giunta a maturità; Messa a dimora in una buca sottostimata o troppo profonda che non consente agli alberi di crescere; Interrare il colletto; Coprire l’area di sedime con materiali impermeabili che arrivano a 10-20 cm dal fusto; Taglio e riduzione dell’apparato radicale durante i lavori per opere infrastrutturali; Errate potature che producono chiome disequilibrate e innescano fenomeni cariogeni e indebolimento della pianta.