Una vittima, dieci feriti e tre auto coinvolte. È il tragico epilogo di quanto avvenuto sull’autostrada A1 Milano-Napoli, all’altezza di Borghetto Lodigiano, dove un branco di cinghiali ha improvvisamente attraversato la carreggiata. “L’incidente mortale di questa notte nel Lodigiano – commenta il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti – evidenzia quanto sia necessario intervenire con urgenza per limitare la proliferazione della fauna selvatica. Quanto successo è l’effetto del mancato controllo delle popolazioni di cinghiali che, nonostante gli appelli degli agricoltori, è stato sottovalutato. Se ne parla da tanto tempo, ma non sono state prese misure efficaci e concrete. La fauna selvatica – aggiunge Giansanti – è così arrivata anche alle periferie delle città, da Nord a Sud, causando numerosi problemi. Ungulati e cervidi sono in aumento ovunque e sono responsabili di danni ingenti a persone, raccolti e strutture agricole. L’incidente mortale di stanotte – conclude il presidente – richiama con urgenza l’attenzione delle istituzioni su una questione che non è più prettamente agricola, ma di sicurezza vera e propria per i cittadini”. “Siamo di fronte all’ennesima colpevole disattenzione. Ci aspettiamo che si intervenga tempestivamente per debellare un fenomeno che nuoce alla sicurezza dei cittadini e all’economia del Paese” – conclude Confagricoltura.
Secondo il WWF “attribuire al branco di cinghiali la diretta responsabilità dell’incidente è riduttivo e strumentale, dovranno essere infatti accertate le responsabilità del gestore dell’Autostrada A1 che doveva assicurare la sicurezza rispetto all’ingresso nell’asse viario di persone o animali controllando adeguatamente le recinzioni che di norma devono essere presenti lungo tutte le autostrade. Come devono essere accertate le dinamiche dello scontro e la velocità delle automobili coinvolte. Questa tragedia non può diventare il pretesto per richiedere interventi ‘straordinari’ per il controllo delle popolazioni del cinghiale nel nostro paese, la cui proliferazione è risultato di una pessima gestione faunistico – venatoria condizionata da precisi interessi della lobby dei cacciatori. Sono decenni ormai che si discute dell’emergenza cinghiali invocando interventi urgenti e straordinari, in particolare da parte dei rappresentanti delle Associazioni agricole, senza però proposte concrete e operative se non l’ampliamento delle giornate e dei carnieri di caccia, che non risolvono il problema come dimostrano i risultati conseguiti da Regioni come la Toscana, che hanno già adottato Leggi straordinarie puntando esclusivamente su una maggiore libertà di abbattimento dei cinghiali da parte dei cacciatori. Se esiste un problema di squilibrio delle popolazioni di questa specie – ribadisce il WWF – la responsabilità è essenzialmente dell’uomo che per privilegiare specifici interessi economici e politici ha assecondato la volontà di una crescita incontrollata del cinghiale, diventata anche il pretesto per consentire la caccia di selezione all’interno delle aree naturali protette”. Per il WWF “serve senz’altro un Piano straordinario per la gestione del cinghiale nel nostro paese che preveda interventi prioritari per mettere in sicurezza le strade a scorrimento veloce con maggior traffico veicolare, attraverso dissuasori e sistemi di allerta già sperimentati, interventi per la prevenzione dei danni alle colture agricole ed un programma di contenimento del numero degli animali basato su censimenti seri ed attendibili e l’utilizzo di recinti di cattura in grado di assicurare un prelievo controllato e selettivo degli animali. Da tempo – aggiunge il WWF – abbiamo proposto il coinvolgimento degli stessi agricoltori che subiscono i danni maggiori per una presenza eccessiva del cinghiale nelle aree rurali, togliendo ai cacciatori l’esclusiva della gestione della fauna selvatica. I fatti dimostrano che è irrealistico ed illusorio affidare la soluzione del problema a coloro che lo hanno generato. Serve con urgenza una normativa nazionale sulla gestione della fauna selvatica non basata esclusivamente sull’attività venatoria ma condotta su serie basi scientifiche con l’utilizzo delle tecniche di contenimento numerico più efficaci, contrastando i conflitti d’interesse oggi presenti nella gestione della fauna selvatica. Serve – conclude il WWF – una normativa specifica che favorisca ed incentivi gli interventi di prevenzione dei danni all’agricoltura, la messa in sicurezza del sistema viario, ed agevoli il coinvolgimento degli agricoltori nella gestione delle popolazioni del cinghiale”.
Dopo aver appreso del tragico incidente il ministro Gian Marco Centinaio ha annunciato che “un piano per la gestione della questione cinghiali, e più in generale degli animali carnivori, è necessario e non più rinviabile. Va bene tutelare la fauna, ma devono esserci delle limitazioni perché dobbiamo garantire la sicurezza delle persone, nelle campagne e nei centri abitati, oltre ovviamente ai campi e ai raccolti, frutto del lavoro di chi vive ogni giorno di questo. Non possiamo più permettere che si verifichino incidenti come quello avvenuto sull’A1. Continuerò a portare avanti il lavoro già avviato con i colleghi dei Ministeri competenti – ha concluso il ministro – nonché con le Regioni per gestire al più presto e nel migliore dei modi una questione che va risolta il prima possibile.”