Terminata la cerimonia del giuramento, Jair Bolsonaro – neopresidente del Brasile – ha trasferito la competenza sul processo di restituzione delle terre ai nativi dal Dipartimento Brasiliano degli Affari Indigeni (Funai) al ministero dell’Agricoltura. Con questo, passa di mano anche responsabilità di demarcare le terre indigene in un momento in cui l’industria e l’urbanizzazione richiedono sempre maggiori territori per soddisfare produzioni e bisogno di una popolazione in aumento.
“Si tratta di una dichiarazione di guerra ai primi popoli del paese” tuona Survival International, il movimento mondiale per la difesa dei popoli indigeni. Che continua, tratteggiando la figura del nuovo Ministro dell’Agricoltura: “Tereza Cristina, il nuovo Ministro dell’Agricoltura, si oppone da tempo ai diritti territoriali indigeni ed è a favore dell’espansione dell’agricoltura all’interno dei loro territori. È un assalto ai diritti, alle vite e ai mezzi di sussistenza dei popoli indigeni del Brasile: se le loro terre non saranno protette, rischiano il genocidio. E intere tribù incontattate potrebbero essere spazzate via”. Ma non si tratta solo di una questione di carattere culturale.
“Il furto dei territori indigeni getta infatti le basi per la catastrofe ambientale – continua l’associazione – I popoli indigeni sono i migliori conservazionisti e custodi del mondo naturale: le prove dimostrano che sanno prendersi cura dei loro ambienti e della fauna meglio di chiunque altro”.
Ma gli indigeni stanno già opponendo resistenza. “Non vogliamo essere spazzati via dalle azioni di questo governo. Le nostre terre giocano un ruolo fondamentale nel preservare la biodiversità” hanno detto gli Aruak, i Baniwa e gli Apurinã. “Siamo persone, esseri umani, il nostro sangue è come il suo Signor Presidente; nasciamo, cresciamo e poi moriamo nelle nostre terre sacre, come ogni persona sulla Terra. Siamo pronti al dialogo, ma siamo anche pronti a difenderci.”
Sonia Guajajara, leader indigena e candidata alla vice presidenza nelle elezioni 2018, ha dichiarato: “Resisteremo. Se saremo i primi popoli a essere attaccati, saremo anche i primi a reagire. Abbiamo il diritto di esistere. Non ci tireremo indietro. Denunceremo questo governo in tutto il mondo” ha dichiarato l’APIB, Associazione dei Popoli Indigeni del Brasile.