Anche nell’anno che si è appena concluso, più volte si sono ripetuti a Taranto episodi di emissioni odorigene, indicatrici di ambienti insalubri, che hanno provocato forti fastidi (bruciori, gonfiori, nausea, mal di testa) e suscitato allarme tra i cittadini. Non si tratta di fatti eccezionali, ma di fenomeni che si ripetono con una certa frequenza e risultano addebitabili agli impianti presenti nell’area industriale del capoluogo jonico, in primo luogo allo stabilimento ENI.
A questo proposito il 7 gennaio 2019 Legambiente ha inviato una nota al Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ed al Direttore Generale di Arpa Puglia Vito Bruno, nella quale si richiedeva a Regione ed Arpa l’attivazione a Taranto di una rete di monitoraggio relativamente alle emissioni odorigene ed un laboratorio olfattivo, con l’obiettivo di rimuovere o, quantomeno, minimizzare il fenomeno, prevedendo forme di partecipazione attiva della cittadinanza e modalità di comunicazione coinvolgenti e trasparenti. Nella nota, firmata da Francesco Tarantini, presidente Legambiente Puglia, e Lunetta Franco, presidente Legambiente Taranto, si ricorda che, negli anni passati, Arpa Puglia ha portato avanti un progetto sperimentale di monitoraggio in tempo reale delle emissioni odorigene nella città di Taranto attraverso il sistema Odortel che ha permesso di ottenere informazioni su dimensione e distribuzione del fenomeno, informazioni che hanno costituito un valido supporto per l’autorità di controllo, contribuendo ad individuare le sorgenti emissive.
Il progetto, non più attivo, si caratterizzava in termini fortemente innovativi, quale esempio di citizen science, per l’ampio coinvolgimento di cittadini che, volontariamente, segnalavano i fenomeni secondo modalità prestabilite e per un approccio trasparente e amichevole nel rapporto tra istituzioni e cittadini, che venivano puntualmente informati, attraverso aggiornamenti e-mail e incontri periodici, degli esiti delle attività di monitoraggio conseguenti alle loro segnalazioni. Considerata la persistenza del fenomeno e sulla base dei positivi risultati della sperimentazione effettuata, Legambiente ha inteso sollecitare Arpa e Regione affinché Taranto sia dotata di strumenti specifici per la rilevazione ed il contrasto delle emissioni odorigene.