L’imprenditore Cipriano Chianese è stato condannato per disastro ambientale in relazione alla discarica Resit di Giugliano in Campania anche dalla Corte di Appello di Napoli, al secondo grado di giudizio. Colpevolezza confermata ma pena leggermente ridotta perché i giudici di primo grado avevano inflitto 20 anni. Assolto invece l’ex sub-commissario per l’emergenza rifiuti in Campania Giulio Facchi, che in primo grado era stato condannato a 5 anni e 6 mesi, Gaetano Cerci, esponente di spicco del gruppo Bidognetti del clan dei casalesi che in primo grado aveva rimediato 16 anni, assolti anche Elio, Generoso e Raffaele Roma, imprenditore del settore rifiuti dell’agro aversano che in primo grado erano stati condannati a pene comprese tra i 5 e i 6 anni.
“Oggi è un giorno importante per lo Stato e principalmente per i cittadini e tutti i giornalisti che hanno lottato e combattuto ogni giorno per arrivare a questa sentenza. Un grazie agli investigatori e alla magistratura napoletana”. Così interviene il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, commentando la sentenza. “Dobbiamo continuare su questo solco anche per tutti i siti inquinati. È il mio impegno personale e, anche in nome di chi per questi veleni ha perso la vita, lotterò ogni giorno, a cominciare dalla legge ‘Terramia’ per la quale siamo alle battute finali e che prevede proprio una parte ad hoc per la bonifica dei siti contaminati”.