Riceviamo e pubblichiamo una lettera di Franco Zunino, Segretario Generale dell’Associazione Italiana Wilderness (AIW), che commenta la notizia emersa dal parco Abruzzo qualche giorno fa relativa alla nascita di 11 cuccioli di orso marsicano, di cui abbiamo parlato qui.
A volte non si vorrebbe scherzare o fare ironia su cose serie, quale è la sopravvivenza dell’Orso marsicano, ma come possiamo, noi cittadini ambientalisti, non metterci a ridere di fronte a certe notizie che ci vengono propalate dalle autorità del Parco d’ABRUZZO sullo stato dell’Orso marsicano? Dovremmo essere santi, pronti a perdonare tutto, anche le nefandezze (leggasi l’aver consentito l’approvazione di un depuratore di acque reflue – leggasi fognarie – sull’immacolato pascolo che appartenne al fondatore e primo Presidente del Parco d’Abruzzo, l’On. Erminio Sipari, che i suoi eredi avevano lasciato ad una Fondazione con lo scopo, nero su bianco in atto notarile (!), di preservarlo al suo stato naturale ed agreste!). Ora, tornando all’argomento del giorno, come può il cittadino libero e informato non ridere di un comunicato stampa diffuso, non già in tardo autunno quando gli orsi sono ancora in circolazione e volendo qualche controllo uno lo può anche fare. Invece no, ci hanno informato dei conteggi quando già gli orsi stanno dormendo alla lunga nelle loro tane di svernamento: ovvero, con un RITARDO DI DUE MESI!? Un modo abbastanza “peloso” di dare le notizie!
In pratica: è vero il successo delle nascite, ma solo perché così ci viene narrato (cosa che ci fa anche piacere credere, ben sapendo dell’eccezionale nascita di almeno due cucciolate – il Parco dice 3 – con tre orsetti, il cui merito non è però di alcuna autorità, bensì del Padre Eterno!). Ci sono voluti due mesi per elaborare i dati e fare i conteggi e per una notizia esplosiva da meritare l’urgenza? Se è così, forse è il caso che al Parco d’Abruzzo assumano un matematico che affianchi i biologi (di questi ce ne sono fin troppi!). Ma… magari gli si è solo inceppata la calcolatrice. Infatti, sono ben 4 (quattro!) anni che le autorità ci comunicano la crescita di 11 (undici!) cuccioli di orsi. Ogni anno 11! Il che è già molto improbabile, ma che anche sta a significare che la popolazione non è affatto in crescita! Per bene che vada, è stabile. Solo che per essere veramente stabile bisognerebbe ignorare i morti accertati: ben 5 nel 2018, uno dei quali per diretta responsabilità delle stese autorità (lo avevano sedato pur non essendocene la necessità, ma le cose sono andate male, come spesso succede in tutto il mondo con le sedazioni di animali selvatici!); e addirittura una femmina e due cuccioli – nati quest’anno! -, sono annegati per incuria di chi doveva provvedere (o far provvedere!) e non ha provveduto, pur in zona subito esterna dai confini del Parco (solo 1,5 Km!).
Quindi, in realtà non sappiamo quanti siano realmente gli orsi marsicani, anche se la stampa amica rilancia con enfasi il buon andamento della popolazione (non si capisce poi in base a quali ragionamenti o calcoli visto che sono passati dagli oltre 100 di quasi cinquant’anni anni or sono ai, si e né, 50 – ma sono in molti a dire, al massimo 40 – di questi anni). Non ci resta quindi che aspettare la primavera e augurarci che tutti questi 11 orsacchiotti giungano anche al prossimo inverno (è purtroppo notaria l’alta mortalità infantile per deficienza fisica, per aggressione dei maschi o anche dei lupi) e che ci siano ancora nuove “triplice” nascite, per capire se le cose vanno veramente bene o se il calo prosegue inarrestabilmente; intanto, autorità e animalisti pensano a convegni, conferenze, protocolli, pubblicazioni, ricerche, radio-collari, controlli satellitari, foto-trappole, conteggi, dissuasori di attraversamenti stradali, monitoraggi, attività didattiche, turismo “sostenibile” (finanche ai bordi delle zone di svernamento!), impegni politici per ottenere (imporre!) altri vincoli e quindi aumento del potere gestionale del Parco, ma penalizzanti per la gente e di nessuna utilità per l’orso, sulla zona contigua; e chi più ne ha più ne metta. Uniche mancate attività di cui ci sarebbe stato bisogno, le banali semine di campi di mais e supporto alla pastorizia ovina, per non dire del controllo sull’esplosivo aumento di cinghiali e cervi. Ma anche, ormai è sempre più necessario, una “banca genetica” come altri da anni hanno giustamente proposto. In quanto ai morti, ci danno solo un riferimento generico e cumulativo di anni, mentre sarebbe stato più utile avere anche i dati dei morti nel 2018 (come non pensare che magari ce li avrebbero anche dati, se non fosse stato che… il Parco non può ignorare la propria responsabilità diretta o indiretta di almeno 4 – quattro! – di esse, poco meno della metà dei nuovi nati, compresa una preziosissima femmina!). Sperando che siano soli quelli noti, sebbene statisticamente si debba pensare al peggio. D’altronde, se la popolazione negli ultimi anni non è cresciuta ci deve pur essere una ragione! Purtroppo, questa è l’eredità che ci lascerà il Presidente uscente Antonio Carrara (un politico prestato all’ambientalismo), ormai alle soglie del suo mandato.