Con il meeting di Split del 27 febbraio scorso è iniziato ufficialmente il progetto europeo finanziato dal programma Interreg Italia-Croazia “SOUNDSCAPE: Paesaggi sonori nel Mare Adriatico settentrionale e il loro impatto sulle risorse biologiche marine”, che vede come capofila l’Istituto di Oceanografia e Pesca (IOF) di Split e come partner il Ministero Croato dell’Ambiente e dell’Energia (MEE), ARPA Friuli Venezia Giulia, Blue World Institute (BWI) di Lošinj, CNR-ISMAR di Venezia, Fondazione Cetacea, l’Istituto per la Salute Pubblica di Rijeka (TIPH) e la Regione Marche.
Il nostro orecchio che non è fatto per percepire rumori sott’acqua e ci dà l’impressione che l’acqua li attutisca: al contrario, la propagazione del suono in mare è molto più veloce che in aria. È stato già comprovato da studi in altri mari del mondo che l’inquinamento acustico marino ha conseguenze molto negative sul mare e soprattutto su chi lo abita. Il progetto prevede la creazione di una cooperazione scientifica e istituzionale transfrontaliera per monitorare in maniera sistematica, tramite boe dotate di idrofoni, il rumore subacqueo nell’Alto Adriatico sia nelle acque italiane che croate in modo di misurare e mappare l’inquinamento acustico causato dalle attività antropiche (piattaforme, traffico nautico, turismo costiero ecc..) e valutarne l’ impatto sulle specie marine, soprattutto quelle a rischio, al fine di elaborare un piano per l’ uso sostenibile delle risorse marine e costiere che non danneggi l’ecosistema marino. L’inquinamento acustico marino non è mai stato misurato in Adriatico prima d’ora, questo, progetto della durata di 2 anni fornirà un importantissimo punto di partenza per ulteriori scoperte scientifiche e soprattutto per la progettazione di un piano di gestione sostenibile degli ecosistemi marini e costieri. Il modello base è già stato utilizzato con successo nel Mare del Nord.