Nei parchi cittadini e di periferia, tra prati, arbusteti e veri e propri boschi che la biodiversità esplode in maniera ancora maggiore: in città come Roma o Napoli sono state censite oltre 50 specie di uccelli, come la colorata ghiandaia (Garrulus glandarius), il sempre più comune fagiano (Phasianus colchicus), o rapaci come il silenzioso barbagianni (Tyto alba). Negli ultimi due anni il WWF ha proposto l’evento Urban Nature, per far scoprire e incrementare la Natura in città. Il nuovo contest di Urban Nature “L’impegno delle Scuole per la Natura delle nostre Città” è cresciuto e si rivolge a tutte le scuole italiane di ogni ordine e grado. Quest’anno alle classi viene chiesto di individuare un’azione per aumentare la biodiversità urbana: una riqualificazione degli spazi della scuola o di un’area esterna o altri tipi di intervento a livello urbano per aumentare la presenza di natura in città.
“Sebbene spesso percepite come un ambiente del tutto artificiale e antropizzato – scrive il WWF in un report – in realtà le nostre città e i paesi racchiudono una biodiversità inaspettatamente ricca, e non solo grazie aglianimali da compagnia che vivono nelle nostre case. Infatti, accanto alla presenza di aree semi-naturali o rinaturalizzate, come campi agricoli, orti urbani, parchi e giardini, a uno sguardo più attento anche i più piccoli lembi delle nostre strade, case e palazzi ospitano moltissime specieche hanno imparato a sopravvivere in questi ambienti difficili, ma dove proprio per questo la competizione con altre specie meno adattabili è minore rispetto ad ambienti più naturali. Basta guardare bene le fessure nell’asfalto o tra i mattoni per scorgere piante come la bocca di leone (Antirrhinum majus) e la verbenaselvatica (Verbena officinalis), la parietaria (Parietaria officinalis) e la violaciocca (Matthiola incana). Sui muri è possibile ammirare l’edera (Hedera helix) e il cappero (Capparis spinosa), mentre nel terreno più ombreggiato ai piedi di mura e ruderi troviamo spesso la celidonia (Chelidonium majus)e l’ortica(Urtica dioica), tra cui volano farfalle come la bellissime vanesse (Vanessa atalantae Vanessa egea).
Monumenti, tetti e ruderi – continua il WWF – sono poi casa di lucertole muraiole (Podarcis muralis) e nelle zone a clima più mite come le coste, anche del gecocomune (Tarentola mauritanica) e del geco verrucoso (Hemidactylus turcicus). Tetti e coppi sono inoltre location perfette per i nidi di balestrucci (Delichon urbicum) e rondoni (Apus apus), che nonostante l’apparente somiglianza appartiengono a ordini diversi. Taccole (Coloeus monedula), merli (Tordus merula), cornacchie grigie (Corvus cornix), passeri (Passer domesticus nella zona alpina, Passer italiae nel resto della penisola, Passer hispaniolensisnelle isole maggiori) e ovviamente piccioni (Columba livia) sono tra le specie più comuni. Ma sul far della sera non è difficile udire il richiamo di rapaci notturni come la civetta (Athene noctua), mentre è più facile scorgere le evoluzioni dei pipistrelli, come il pipistrello nano (Pipistrellus pipistrellus), il serotino comune (Eptesicus serotinus), il pipistrello di Savi (Hypsugo savii) e il pipistrello albolimbato (Pipistrellus kuhlii) a caccia di falene e zanzare. A terra, soprattutto nelle ore crepuscolari, è possibile, con un po’ di silenziosa attesa, scorgere il movimento furtivo della volpe (Vulpes vulpes), mentre altri mammiferi come tasso (Meles meles), faina (Martes foina) e riccio (Erinaceus europaeus) attendono la notte per muoversi e alimentarsi”.