“Progettare” gli scarti aziendali per incrementarne il riutilizzo. È questo l’obiettivo del progetto “PROPER Umbria” (PROgetto Pilota per l’Efficienza delle Risorse), condotto da ENEA in collaborazione con Sviluppumbria e la multinazionale Meccanotecnica Umbra che si è resa disponibile alla sperimentazione pilota.
“Il progetto si basa sulla diagnosi delle risorse, similmente a quanto fanno le aziende in campo energetico per stabilire quali interventi occorrono per migliorare l’efficienza”, spiega Laura Cutaia, la responsabile del laboratorio ENEA “Valorizzazione delle risorse”, che coordina il progetto PROPER Umbria. La metodologia sviluppata nell’ambito del progetto consiste in una mappatura delle materie prime e dei materiali utilizzati nei processi produttivi, a seguito della quale viene effettuata la diagnosi delle risorse e quindi il piano di ottimizzazione delle stesse.
“Lo sviluppo di una disciplina volontaria per la contabilizzazione delle risorse da parte delle imprese può rappresentare un’importante occasione per conoscere lo stato di gestione delle risorse e per effettuare un loro monitoraggio al fine di elaborare un piano di efficientamento sia a livello aziendale che su scala territoriale, consentendo inoltre alle aziende di conseguire benefici di tipo economico”, aggiunge Cutaia. “Inoltre, al fine di misurare il grado di circolarità di un’azienda, e quindi su vasta scala il grado di circolarità di un sistema industriale, sarebbe importante conoscere la quantità e la tipologia di scarti riutilizzati come sottoprodotti da parte delle aziende, un indicatore al momento non disponibile, ma che sarebbe estremamente utile”, continua Cutaia. Attualmente le aziende non sono tenute a raggiungere requisiti di efficienza dal punto di vista della gestione e del consumo delle risorse, a differenza di quanto avviene a livello energetico, né esistono strumenti cogenti né volontari per effettuarne la diagnosi. “Sarebbe anche auspicabile che il nostro Paese, mettendo a sistema competenze e strutture già esistenti, si dotasse nel breve periodo di un’apposita Agenzia nazionale per l’uso e la gestione efficiente delle risorse, in grado di occuparsi dell’intera catena di valore, dall’estrazione fino al ‘fine vita’ con successivo riutilizzo-recupero. Simili agenzie esistono in molti Paesi avanzati e hanno anche il compito di fornire al sistema paese gli strumenti conoscitivi e programmatori per il fabbisogno e l’approvvigionamento delle risorse necessarie al funzionamento e allo sviluppo industriale”, conclude Cutaia.