Portati in laboratorio 10 lattughini di IV gamma: buono lo stato igienico ma alcuni campioni hanno subito troppi trattamenti fitosanitari, e in diversi prodotti l’elevata presenza di cadmio ne pregiudica il giudizio finale. È quanto emerge da un’analisi condotta da “Il Salvagente”, periodico a tutela dei consumatori. La scelta è caduta su 10 prodotti, 9 convenzionali e uno biologico, che ben rappresentano l’offerta di mercato: da Bonduelle a DimmidiSì, da Coop a Esselunga, da Auchan a Carrefour, da Conad a NaturaSì e ancora Lidl ed Eurospin.
Per quanto riguarda l’aspetto microbiologico, tutti i prodotti rientrano nei limiti di legge e offrono un buon livello di sicurezza: assenti listeria, salmonella ed Escherichia coli, batteri capaci di causare infezioni anche gravi. Una buona notizia visto che parliamo di un prodotto che per legge deve essere “lavato e pronto per il consumo” ed è da consumare crudo e quindi particolarmente pericoloso per eventuali contaminazioni batteriche. Sotto questo aspetto le nuove regole introdotte nel 2015 per rendere più sicuri i prodotti di IV gamma hanno sicuramente condizionato positivamente le aziende di settore.
Nel caso di pesticidi e metalli pesanti la situazione cambia. Dall’analisi multiresiduale è emerso che solo due lattughini risultano completamente puliti, mentre la presenza di residui di trattamenti fitosanitari arriva a far contare anche quattro molecole diverse nella stessa busta. E la domanda sorge spontanea visto che in gran parte parliamo di fungicidi: su una coltura a vita breve – dalla semina al raccolto passano poche settimane – sono davvero necessari?
A preoccupare invece è la presenza ricorrente, test dopo test, di diversi residui fitosanitari. Il fatto che ogni singolo principio attivo rientri nei parametri di legge, non può a nostro giudizio tranquillizzare: il problema è nell’additività degli effetti che, se ancora non è stato quantificato, verrà presto affrontato dalla stessa Efsa. Da un rischio potenziale, passiamo a uno certo, quello del cadmio, un metallo pesante classificato dalla Iarc nel gruppo 1 tra le sostanze giudicate cancerogene certe per l’uomo: i tenori riscontrati nelle nostre 10 insalate non lasciano del tutto tranquilli. Due campioni hanno fatto registrare concentrazioni vicine al limite di legge e in altri due prodotti la quantità riscontrata è elevata. Non è un problema secondario. “In base alle nostre rilevazioni condotte in questi anni – spiega Il Salvagente – tenori di cadmio così elevati come nelle insalate non li abbiamo mai registrati né nel riso (picco massimo 0,04 mcg/kg) né nel pesce (mediamente intorno allo 0,02 milligrammi per chilo)”.