Sono stati persi centomila posti di lavoro in Italia nella filiera dell’olio extravergine di oliva con un trend che rischia di diventare irreversibile se non si interviene con strumenti adeguati per affrontare l’emergenza e rilanciare il settore che lo scorso anno ha fatto registrare una delle peggiori annate di sempre con produzione di olio di oliva a 185 mila tonnellate, più che dimezzata per il clima e la Xylella. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti presentata in occasione dell’incontro con il vicepremier e Ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro Luigi di Maio sull’emergenza olivicola in Puglia, dove si produce piu’ della metà dell’extravergine italiano. E’ in crisi la più grande industria green del Sud.
In Puglia – sottolinea la Coldiretti – si è verificato il crollo del 65% del raccolto che ha messo in ginocchio migliaia di famiglie nei campi e nei frantoi mentre la Xylella continua ad avanzare verso nord due chilometri al mese e il contagio ha già colpito 21 milioni di piante e il conto dei danni ha raggiunto 1,2 miliardi di euro. A rischio un patrimonio economico, occupazionale, ambientale e turistico che sotto la pressione dei cambiamenti climatici che compromettono i raccolti e dell’avanzare della Xylella rischia ora di sparire bruscamente senza l’adozione di adeguate misure.
Sono evidenti le responsabilità a livello regionale con errori, incertezze e scaricabarile che – continua la Coldiretti – hanno favorito l’avanzare del contagio che dopo aver fatto seccare gli ulivi leccesi ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi e Taranto, arrivando pericolosamente proprio a Monopoli, con effetti disastrosi sull’ambiente, sull’economia e sull’occupazione. Lo stesso decreto emergenze pubblicato in Gazzetta Ufficiale dopo ben 20 giorni dall’approvazione del Consiglio dei Ministri – precisa la Coldiretti – deve essere riempito di contenuti e risorse prima della conversione in Legge perché è una scatola vuota che non affronta tra l’altro il dramma degli agricoltori colpiti da xylella che non sanno come comportarsi per realizzare nuovi impianti resistenti e tornare a lavorare e produrre per mantenere le proprie famiglie.
In questo contesto è importante l’impegno diretto del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e del Ministro per il Sud Barbara Lezzi che nel recente incontro di Lecce – continua la Coldiretti – hanno garantito 300 milioni di euro di risorse aggiuntive, oltre ai 100 milioni già stanziati con la Delibera CIPE, che è necessario ora arrivino realmente agli agricoltori, ai frantoiani e ai vivaisti oltre ad attuare una reale e concreta semplificazione del mercato del lavoro.
Per affrontare l’emergenza – conclude la Coldiretti – serve una strategia condivisa tra il Ministero all’Agricoltura, il MISE e il Ministero per il Sud per rendere operativo il Piano, approvato il 13 febbraio scorso in Conferenza Stato-Regioni che, partendo dalla moratoria sui mutui per garantire la sopravvivenza dei frantoi, preveda urgenti e necessarie misure per l’integrazione al reddito per 5 anni per i frantoi cooperativi, aziendali e industriali, che dimostrino di restare attivi e produttivi e interventi economici a supporto della rottamazione degli impianti, per le aziende che vogliono dismettere o riconvertire l’attività, oltre al sostegno all’occupazione attraverso l’esonero dei contributi previdenziali e gli sgravi dei contributi per i lavoratori.