Aumentate le denunce, gli arresti, diminuiscono i roghi negli impianti. Per la prima volta utilizzata la migliore tecnologia militare per il monitoraggio ambientale. Costa: “Il nostro obiettivo? Roghi zero”
Napoli – A sei mesi dalla firma del piano d’azione del governo per Terra dei fuochi, a tre mesi dall’istituzione della cabina di regia governativa affidata all’ing. Curcio, stamattina si è riunito in prefettura a Napoli il comitato per l’ordine pubblico e la pubblica sicurezza allargato a Napoli e Caserta alla presenza tra gli altri del ministro dell’Ambiente Sergio Costa e del sottosegretario Salvatore Micillo.
Nel primo quadrimestre del 2019, rispetto allo stesso periodo del 2018, sono aumentati controlli, sequestri e anche arresti: “Elemento particolarmente importante, e che avevo precisamente richiesto – sottolinea il ministro dell’Ambiente Costa – perchè costituisce un forte potere deterrente”.
Nelle due province di Napoli e Caserta, le attività controllate sono aumentate da 469 a 506; quelle sequestrate da 119 a 132; i veicoli sequestrati da 340 a 393, le persone controllate da 2930 a 4190, le arrestate da 19 a 30.
“Quello che emerge è che l’attività ispettiva e investigativa sta proseguendo e sta funzionando, ma non ci sfugge che la stagione estiva è alle porte e quindi è lì che il piano si misurerà. I roghi industriali sono diminuiti mentre quelli a bordo strada, di piccolo taglio, dovuti a una cattiva gestione del rifiuto urbano, sono ancora troppo presenti nel territorio della provincia di Napoli e Caserta e su questo chiediamo una maggiore collaborazione dei comuni per affrontare in maniera risolutiva queste problematiche che hanno un riflesso immediato sull’ambiente, sul rischio roghi e quindi sulla vita dei cittadini. E chiedo alla regione e ai prefetti di stressare maggiormente le amministrazioni locali”.
Figlia della firma del piano d’azione di novembre è anche una forma mirata di cooperazione tra il Ministero dell’Ambiente e della Difesa, che invoca e valorizza il concetto di “duplice uso” delle risorse militari.
In particolare, il Ministero della Difesa ha deciso di impegnare, oltre quanto già schierato dall’Esercito, anche ulteriori assetti e capacità operative resi disponibili dall’Aeronautica; così oggi, satelliti, aerei, droni, piattaforme terrestri e analisti dei dati immagine coopereranno in un sistema integrato che utilizza il paradigma ben noto in ambito militare, denominato ISR (Intelligence, Sorveglianza, Ricognizione).
In tale contesto gli assetti dell’Aeronautica Militare saranno impiegati nelle attività di sorveglianza aerea e raccolta informativa su aree ampie o specifici punti di interesse, con l’impiego di sensori provenienti da diverse piattaforme, come sensori elettro-ottici o ad infrarosso in dotazione sia ai velivoli a pilotaggio remoto come il Predator, ma anche ai velivoli AMX, Tornado, Eurofighter ed F35.
In particolare, le attività di rilievo/monitoraggio sono integrate con quelle di “Intelligence”, così da definire i “quesiti” a cui rispondere e conseguentemente i requisiti e le specifiche di ogni missione.
Attualmente è in corso una sperimentazione proprio in terra dei fuochi, con l’obiettivo di estendere questa attività di monitoraggio e intelligence anche in altre zone di Italia.
In particolare, in un’area di 35 x 35 km sono stati individuati 10 punti di interesse (POI) su cui sono state dirette specifiche missioni utilizzando diverse tipologie di piattaforme aeree.
Nelle sole ultime due settimane sono state compiute 4 missioni (per un totale di circa 10 ore di volo) e altre sono previste nei prossimi giorni.
I velivoli sinora impiegati sono stati i noti Eurofighter Typhoon e gli AMX in dotazione all’Aeronautica Militare. Inoltre, per le prossime missioni è stato già pianificato l’impiego dei velivoli a pilotaggio remoto Predator MQ-9.
Siamo di fronte a una novità assoluta nel panorama mondiale: è la prima volta che tale tecnologia militare viene impiegata per affrontare problematiche ambientali, ponendo sicuramente l’Italia ai primi posti e ai massimi livelli di eccellenza per l’impegno istituzionale in campo ambientale.
“Noi non moliamo – conclude il ministro Costa – e chiediamo a tutti di considerare la Terra dei Fuochi e il suo presidio ambientale e sanitario una priorità del Paese Italia”.