“A due giorni dalle europee, FridaysForFuture chiede alla politica tutta una rapida ed efficace riconversione del sistema economico e produttivo mondiale e che la tutela del pianeta venga messa in cima alle agende politiche di ogni Paese e continente”: si apre così la rivendicazione dei giovani alla politica, alla quale si rivolgeranno direttamente domani dalle 126 piazze d’Italia chiamate a raccolta per il secondo sciopero globale del clima.
Greta Thunberg in testa, i ragazzi dei “venerdì per il futuro” ricordano di essere scesi già in piazza “il 15 marzo in più di 2 milioni. Abbiamo fatto tremare cinque continenti – scrivono – e dato speranza al mondo intero. “Ci avete rotto i polmoni!” Gridavamo con forza ma ora non c’è più tempo da perdere: abbiamo meno di 11 anni prima di superare il punto di non ritorno”. Un dato effettivamente registrato nell’ultimo rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change dell’ONU, principale organismo internazionale per la valutazione dei cambiamenti climatici, del quale il movimento ha fatto una bandiera.
E a due mesi dall’ultima reunion, le rivendicazioni dei ragazzi si sono fatte più specifiche: “Chiediamo la dichiarazione dell’emergenza climatica da parte del Comune di Roma Capitale e di tutta l’Italia”, spiega Francesca Travaglino all’Ansa, studentessa, una delle animatrice del movimento a Roma. “Irlanda e Regno Unito lo hanno già fatto” si legge nella nota, mentre il Comune di Milano ha approvato 3 giorni fa una mozione che impegna il sindaco a dichiarare lo stato di emergenza climatica e ambientale e a predisporre entro 6 mesi iniziative concrete. Insomma, “Giustizia climatica” è per noi non solo uno slogan, ma un punto fermo delle nostre richieste, coscienti che salvare il pianeta può e deve essere occasione di innovazione, sviluppo, lavoro e opportunità”, concludono.