Roma – L’amianto (o asbesto) ha rappresentato nel passato un’importante occasione di occupazione e sviluppo che, in un particolare periodo storico, ha offerto condizioni di benessere stabile. I mercati mondiali sono stati letteralmente inondati da manufatti che hanno interessato ogni settore produttivo, dall’edilizia ai trasporti, dagli armamenti all’oggettistica domestica. Tuttavia, evidenze scientifiche e indagini epidemiologiche hanno dimostrato che il “miracoloso ritrovato tecnologico”, definito il “materiale del XX secolo”, nasconde in realtà delle nocive insidie e ancora oggi, a distanza di 27 anni dalla sua messa al bando nel nostro Paese, respiriamo fibre di amianto, con importanti effetti negativi sulla nostra salute.
Per tracciare con rigore scientifico lo stato dell’arte dell’“emergenza amianto” in Italia, si è tenuta a Roma, presso il Senato della Repubblica, la conferenza stampa “Amianto: gestione del sistema e tutela della salute”, alla presenza dei rappresentanti delle Istituzioni, epidemiologi ed esperti del settore.
“Mappatura e bonifiche sono disposizioni urgenti e per questo nella legge di bilancio è stato inserito il ‘bonus amianto’, che prevede credito di imposta al 50% per imprese che effettuano lavori di bonifica amianto e smaltimento eternit. Inoltre, c’è assolutamente bisogno di garantire agli ex esposti una valida sorveglianza sanitaria. L’emergenza è anche sociale ed economica in quanto le patologie causate dall’esposizione sono molto invalidanti e determinano una necessità di assistenza, terapie e cure”, ha esordito Maria Domenica Castellone, Membro della Commissione Igiene e Sanità del Senato della Repubblica. “Grazie all’applicazione della Legge che disciplina il Registro Nazionale dei tumori e l’istituzione del referto epidemiologico, potremo finalmente monitorare le varie forme tumorali legate all’esposizione ad asbesto, individuare aree a rischio e mettere in campo metodologie efficaci di prevenzione e assistenza. Manteniamo alta l’attenzione e lavoriamo incessantemente per far fronte a questa emergenza”.
Le fa eco Salvatore Micillo, Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Ambiente: “Il problema dell’amianto, per il suo impatto sull’ambiente e sulla salute dei cittadini, è centrale nell’azione di Governo. Il Ministero dell’Ambiente ha in corso numerose attività, a partire dalla bonifica delle aree SIN contaminate, alla mappatura e al monitoraggio su tutto il territorio nazionale, al finanziamento delle attività di rimozione degli edifici pubblici, al finanziamento tramite credito d’imposta delle aziende private per il risanamento delle loro strutture, ai progetti sperimentali per la bonifica degli edifici scolastici. Ad oggi sono 96 mila i siti contaminati da amianto censiti e presenti nel database del Ministero dell’Ambiente. Per affrontare il problema in modo strutturale è necessaria un’azione coordinata che integri tra loro tutti gli Enti statali e le Amministrazioni territoriali a vario titolo coinvolte, al fine di integrare le azioni sugli aspetti sanitari, previdenziali e ambientali”.
Ogni anno migliaia di persone in Italia perdono ancora la vita per mesotelioma e altri tumori, causati da questa fibra killer.
“L’esposizione ad amianto causa tumore polmonare (mesotelioma pleurico), laringeo e ovarico, oltre a condizioni di fibrosi polmonare. Nel mondo, ogni anno, sono utilizzate 2 milioni di nuove tonnellate di amianto (in particolare, in Brasile, Canada, Russia e Cina, dove non è ancora al bando) e si registra in media un morto ogni 20 tonnellate”, ha spiegato Alessandro Miani, Presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale. “L’impatto dei soli costi diretti (ritiro dal lavoro, cure e morte) nei 28 Paesi dell’Unione Europea (UK inclusa) è pari allo 0.7 percento del PIL della UE. Applicando l’aliquota usata dalla Commissione Europea per calcolare i costi delle morti premature per cancro (pari, in media, a 4 milioni di euro per ogni paziente oncologico) si stima che nella UE l’amianto causi costi per 410 miliardi di euro l’anno”.
“Secondo l’OMS circa 125 milioni di persone nel mondo sono esposte a rischio amianto per motivi lavorativi e quasi la metà delle morti per cause professionali a livello mondiale sono dovute all’asbesto. Dal 2020 ci si aspetta un trend in discesa per l’incidenza dei mesoteliomi dopo il picco arrivato nell’ultimo quinquennio“, ha precisato Prisco Piscitelli, Epidemiologo ISBEM.
“Il CNR, e in particolare l’IRSA, intende proseguire il suo impegno contribuendo concretamente a soddisfare la più recente domanda d’innovazione e di alta specializzazione nel settore, determinando condizioni operative che possano connettere catene del valore per modernizzare le strategie di monitoraggio e di intervento ed esercitando un’azione positiva di sensibilità comuni a risolvere definitivamente il problema dell’amianto”, ha dichiarato Vito Felice Uricchio, Direttore CNR IRSA. “Una delle direttrici strategiche implica percorsi virtuosi caratterizzati da bassi costi ed elevata qualità con una visione articolata e multidimensionale del concetto di ‘gestione integrata’ che tenga conto delle sue diverse dimensioni e problematicità, esplicitando ambiti di intervento e possibili linee di indirizzo per l’attuazione di politiche tese ad affrontare il problema amianto con il contributo fondamentale dei cittadini”.
L’amianto è presente in una grande varietà di materiali da costruzione, rappresentando quindi una emergenza per quanto riguarda la tutela della salute e la gestione del rifiuto.
“La conoscenza geologica può essere fondamentale per consentire l’identificazione e la mappatura dei siti caratterizzati dalla presenza di rocce amiantifere, costituenti un pericolo per la diffusione delle fibre, e contribuire alla bonifica e alla messa in sicurezza di tali aree”, ha spiegato Arcangelo Francesco Violo, segretario del Consiglio Nazionale dei Geologi.
“L’obiettivo che ci siamo posti, come Università di Siena e Società Italiana di Medicina Ambientale, è quello di sviluppare e validare scientificamente una tecnologia capace di inertizzare in maniera economicamente sostenibile le fibre di amianto, trasformandole irreversibilmente in nuove fasi minerali non più dannose per la salute. Il materiale inertizzato potrà essere utilizzato in vari comparti industriali, secondo un’ottica di economia circolare, trasformandosi quindi da rifiuto a risorsa“, ha concluso Cecilia Viti, Professore Associato di Mineralogia presso l’Università degli Studi di Siena e Responsabile SIMA per l’Inquinamento da Amianto.