Vendemmia in piano svolgimento in questi primi giorni di settembre anche se in ritardo rispetto allo scorso anno, quando quasi la metà della raccolta era già in cantina.
Si stima – sottolinea la Coldiretti – una produzione di 46 milioni di ettolitri di vino, il 16% in meno dell’anno scorso con l’Italia che è il primo produttore mondiale davanti alla Francia che si ferma a 43,9 milioni di ettolitri e la Spagna a 40 milioni secondo i Ministeri agricoli dei due Paesi. A livello territoriale la produzione aumenta solo in Toscana (+10%), è stabile in Valle d’Aosta e Molise mentre cala in Lombardia (-30%), Umbria (-24%), Emilia Romagna e Sicilia (-20%), Friuli Venezia Giulia (-18%), Veneto (-16%), Puglia (-16%), Trentino Alto Adige, Lazio, Piemonte e Marche (-15%) Sardegna (-13%), Abruzzo (-11%), Liguria e Basilicata (-10%), Campania (-6%) e Calabria (-3%)
In Italia le condizioni attuali – sottolinea Coldiretti – fanno ben sperare per una annata di buona/ottima qualità anche se l’andamento della raccolta dipenderà molto dal resto dal mese di settembre e ottobre per confermare le previsioni anche sul piano quantitativo, anche perché al momento appena il 15% delle uve è già in cantina contro il 40% dello scorso anno. A condizionare sono le anomalie climatiche del 2019, al caldo e siccità nei primi mesi primaverili sono seguite copiose precipitazioni, unite ad un significativo calo termico per buona parte del mese di maggio mentre nell’estate bollente si sono verificate a macchia di leopardo violente ondate di maltempo.
Il vigneto Italia – sottolinea la Coldiretti – con i suoi 658mila ettari coltivati offre opportunità di lavoro a 1,3 milioni di persone impegnate direttamente in campi, cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse e di servizio. L’esercito del vino – conclude Coldiretti – spazia dai viticoltori agli addetti nelle cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse, di servizio e nell’indotto che si sono estese negli ambiti più diversi: dall’industria vetraria a quella dei tappi, dai trasporti alle assicurazioni, da quella degli accessori, come cavatappi e sciabole, dai vivai agli imballaggi, dalla ricerca e formazione alla divulgazione, dall’enoturismo alla cosmetica e al mercato del benessere, dall’editoria alla pubblicità, dai programmi software fino alle bioenergie ottenute dai residui di potatura e dai sottoprodotti della vinificazione (fecce, vinacce e raspi).