Secondo l’Osservatorio Europeo delle droghe e delle tossicodipendenze, in Italia il consumo è in ascesa: al primo posto per uso di cannabis, al quarto per la cocaina e ogni 2 giorni si verifica un decesso per overdose. Si abbassa sempre di più l’età media del primo consumo di sostanze che scende a 14 anni, sono poi 4 milioni gli italiani che fanno uso di stupefacenti. Per queste persone e le loro famiglie c’è un crescente bisogno di trattamenti terapeutici integrati, sul piano sociale e sanitario, e che si intervenga sulla prevenzione.
C’è un altro aspetto di questo fenomeno che rimane sconosciuto ai più e che riguarda l’impatto delle droghe sulla salute dell’uomo: la sperimentazione utile a raccogliere i dati scientifici che testimoniano i danni provocati dall’assunzione di sostanze stupefacenti viene effettuata sugli animali. “Ma le alternative esistono – spiega la LAV in un comunicato – e in Italia abbiamo contribuito a fare approvare una legge che dal 1 gennaio 2020 vieterà di testare droghe, alcool e nicotina sugli animali”. E allora, l’appello è al Ministro Speranza: “Si tratta di una Legge la cui entrata in vigore è stata già oggetto di proproga. Ci appelliamo al dicastero della Salute perché quest’ultima data non venga prorogata ulteriormente”.
CANNABIS
Uno studio sulla cannabis condotto nel nostro Paese, prevede la somministrazione ai topi per iniezione sottocutanea nell’addome, e direttamente nel cervello, attraverso l’impianto di sonde nel cranio. Per verificare gli effetti della droga si eseguono dei classici test chiamati tail flick e hot plate. Il primo consiste nello stringere la coda degli animali con una pinza per valutare la reazione al dolore, che varia in base alla sostanza d’abuso somministrata e al grado di dipendenza. Gli animali rispondono con “grida”, e tentando di togliere la pinza con i denti. Il test dell’hot plate consiste nel posizionare gli animali su una piastra rovente, valutando il comportamento degli animali nel tentativo di sottrarsi al dolore, leccandosi le zampe e saltando.
ECSTASY
Un’ altra sostanza molto studiata sui topi è l’MDMA, una droga sintetica utilizzata da decine di milioni di persone in tutta Europa che causa la degenerazione irreversibile dei neuroni, psicosi paranoide, collasso cardiocircolatorio, emorragia cerebrale e infarto. Ogni giorno miete vittime umane e richiederebbe soluzioni per contrastarne i meccanismi di dipendenza. Invece, la ricerca continua a studiarne effetti oltremodo noti, sugli animali. “Come se non bastasse – interviene la LAV – recenti studi stanno testando questa molecola per il trattamento del disturbo da stress post-traumatico, una patologia psichiatrica che indica le forti sofferenze conseguenti ad un evento traumatico, catastrofico o violento. Ancora una volta il banco di prova sono i topi. Come è possibile abusare di animali, e della speranza dei malati, pretendendo di aggredire una patologia così grave e legata alla complessità della mente umana, a partire da esperimenti su una specie completamente diversa? Sono solo alcuni casi, ma più che sufficienti a rappresentare il meccanismo, illogico e lontano da ogni etica, che sottopone gli animali a inutili sofferenze e finisce col ritardare il progresso della ricerca e il raggiungimento di soluzioni e cure per le persone dipendenti da sostanze, e per i malati”, concludono gli animalisti.