Nonostante quest’anno sia stata annullata la giornata che ogni anno viene loro dedicata, il passaggio dei rapaci in migrazione nei cieli del Beigua, nel savonese, non si è fermato. Alcuni fortunati peraltro, hanno anche avuto l’occasione di osservarli dal balcone di casa, con grande soddisfazione.
La sessione di monitoraggio dei bianconi in migrazione del marzo 2020 – fanno sapere dal Parco del Baigua – può essere considerata senz’altro positiva. Nel periodo di riferimento 10-21 marzo seguito ogni anno dal Parco del Beigua, senza i consistenti anticipi osservati sempre più stabilmente negli anni a partire dal 2000 in avanti, per la sessione di quest’anno si è ottenuto un risultato che è prossimo ai 2700 individui, di cui il 90% rilevati in due giornate, il 10 e il 14 marzo, con più di 1000 soggetti in transito massivo”.
Le varie fluttuazioni annuali – spiega Luca Baghino, l’ornitologo che dal 1984 si occupa del fenomeno della migrazione dei rapaci nel Parco del Beigua – con le consuete variabilità sono una regola determinata dalla meteorologia: queste influiscono sul numero dei bianconi osservati in migrazione nell’area del Beigua, cioè la soglia di riferimento attesa per le due prime decadi di marzo, collocabile tra i 2000 e i 2500 e anche oltre, secondo la tendenza riscontrata dal 2010 in poi”.
Si tratta nella quasi totalità di individui adulti, provenienti dall’Africa e destinati ad accasarsi per lo più, ma non esclusivamente, in Italia per la nidificazione, cioè quella fase della loro vita che li farà rimanere nel nostro Paese fino alla seconda metà di settembre.
Conosciuti anche come aquile dei serpenti, con i loro grandi ed efficienti occhi sono in grado di localizzare da altezze incredibili le loro prede preferite che, ignare, strisciano al suolo. Ma durante il lungo viaggio che devono affrontare, non possono permettersi il lusso di sostare a cacciare serpenti, perché devono andare a trovare il luogo migliore dove costruire il nido e metter su famiglia.
Sono veleggiatori, capaci di percorre decine di chilometri senza battere le ali. Rapaci meravigliosi, la cui parte inferiore, quella che si può osservare durante il volo planato, presenta un’alternanza di bande chiare e scure. Dopo aver percorso diversi chilometri in questo modo, hanno però bisogno di riguadagnare quota. Trovato un vortice in risalita di aria calda, iniziano a farsi portare in alto assecondando la rotazione della massa d’aria in ascesa. In questo caso si può assistere alla presenza contemporanea di decine di rapaci che creano una danza in cielo.