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Uova rosse o ingannevoli, a migliaia o alte 3 metri: l’evoluzione ci sorprende ancora
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La striscia

Di cioccolato, dipinte o nei dolci tradizionali. “Alla vigilia della Pasqua sulle nostre tavole non mancherà il simbolo ‘per eccellenza’ della fertilità: l’uovo”, fa sapere il WWF, che annota alcune curiosità sul suo ruolo in ambiente selvatico. “Quello che oggi è un simbolo in molte culture, in natura si è evoluto milioni di anni fa. Rettili e uccelli, ma anche qualche mammifero, – come l’ornitorinco e l’echidna australiani – l’hanno mantenuto come strategia riproduttiva nel corso dell’evoluzione”. 

Il più grande. L’uovo più grande mai deposto da un uccello sembra essere stato quello di una specie, appartenente al genere Aepyornis, vissuta in Madagascar fino al 17esimo secolo, e poi estinta a causa della persecuzione umana. Di questo uccello elefante esistono diversi resti fossili. Alto fino a 3 metri, deponeva uova “giganti”. Il più grande misura ben 21 cm di diametro e 30 di altezza e risulta cento volte più grande dell’uovo di gallina. L’uovo più grande deposto da un uccello vivente, invece, è stato deposto da uno struzzo in un allevamento in Svezia nel 2008: pesava circa 2,5 kg.

Il più piccolo. L’uccello che depone l’uovo più piccolo è un colibrì della Giamaica (Mellisuga minima). L’uovo di questo piccolo uccello è lungo appena 10 mm e pesa soli 0,365 g.

La forma. Le uova degli uccelli non hanno tutti la stessa forma. Esistono uova ellittiche, schiacciate, ovali, appuntite e piriformi. Gli uccelli marini come le Urie, le Gazze marine e i Gabbiani tridattili, che nidificano sulle falesie rocciose, depongono le uova a forma di pera allungata, per non rischiare che cadano rotolando giù. Le uova delle specie che nidificano in cavità o in buche hanno forma più rotondeggianti, in quanto non corrono lo stesso rischio. Ma la forma dell’uovo dipende anche da altro. Una recente ricerca ha scoperto che la forma dell’uovo è strettamente legata alla capacità di volo e alle distanze che gli uccelli coprono nelle loro attività. Quelli che volano di più fanno uova più allungate, perché hanno bisogno di uova “aerodinamiche”.

Il colore. Ci sono uova bianche, marroni, azzurre e rosse. Il colore è dato da sostanze deposte in parte sullo strato esterno del guscio, pigmenti ricavati dall’organismo materno durante la dieta. Le melanine sono responsabili delle colorazioni nere, scure e brune, i carotenoidi producono tutte le colorazioni gialle, rosse, arancio, marrone e violetto, le cianine contribuiscono alla formazione dei toni blu e verdi. Il Codirosso algerino (Phoenicurus  moussieri) depone nella stessa covata uova sia bianche che azzurre, mentre l’Uccello sarto (Orthotomus sutorius) depone nella stessa covata uova bianche, verdi, rosa macchiettate di rosso chiaro, violetto e nero, e uova blu-verdastro. Alcune specie come il Fratino (Charadrius alexandrinus), oggetto proprio in questo periodo delle azioni WWF per difendere le spiagge naturali dove crea i nidi, soprattutto in Toscana e Abruzzo – depongono uova che si confondono con l’ambiente sabbioso in cui si riproducono. Queste colorazioni, in gergo tecnico dette disruttive, si sono evolute per confondere eventuali predatori.

Strategie di riproduzione. Le uova possono essere anche “strumento d’inganno” in natura. Il Cuculo (Cuculus canorus) ha una strategia di riproduzione molto particolare: non costruisce il nido, ma depone le uova nei nidi di altre specie. La femmina è specializzata nel “copiare” il colore dell’uovo di altre specie. Quando il piccolo Cuculo esce dall’uovo molto prima dei pulcini della specie che ha costruito il nido, butta fuori le altre uova. Alcune specie possono accorgersi dell’inganno, quando tornando trovano un uovo diverso o in più nel loro nido. Per questo spesso la femmina del Cuculo, prima di deporre il suo uovo, distrugge o spinge fuori le altre uova.

Tante o poche? Anche le strategie riproduttive che prevedono la deposizione di uova sono differenti tra loro.
Pesci e anfibi ad esempio depongono migliaia di uova, piccole e molli, direttamente nell’acqua, spesso usando la vegetazione acquatica per proteggerle dalle correnti e dai predatori. La loro strategia è puntare sul numero: tra le uova deposte solo alcune centinaia si schiuderanno, e solo pochi nuovi nati riusciranno a diventare adulti.
In maniera simile, anche se depone le uova sulla terraferma, si comporta la Tartaruga marina (Caretta caretta). Molti vertebrati terrestri (in particolar modo gli uccelli) invece, depongono poche uova, ma se ne prendono cura attivamente, aumentando le probabilità di sopravvivenza della prole. Oltre alla protezione e alla cova delle uova, le cure parentali proseguono per molto tempo dopo la nascita, assicurando ad una buona percentuale dei piccoli di arrivare all’età adulta.

L’uovo e il guscio, il segreto della vita sulla terraferma. L’uovo con il guscio rappresenta la fondamentale invenzione evolutiva che ha consentito ai vertebrati di colonizzare la terraferma. Da piccolo a gigante, allungato o rotondo, lucido o opaco, chiaro o scuro, l’uovo con il guscio ha rappresentato nella storia dell’evoluzione la più importante conquista per l’adattamento all’ambiente terrestre. Possiamo affermare con certezza che senza questa rivoluzionaria struttura nessun vertebrato esisterebbe oggi sulla Terra.
Da qualche giorno è partito anche il nuovo Urban Nature contest, un concorso fotografico e di raccolta immagini dove si invitano i cittadini a inviare le foto di uccelli, insetti ospiti dei nostri balconi e terrazzi: qui un video-tutorial realizzato dal team di WWF YOUng spiega i trucchi del mestiere per diventare provetti naturalisti e fotografi di natura.

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