Tutte e tre le uova si sono schiuse e i tre piccoli falchi pellegrini hanno visto la luce nella settimana di Pasqua. Niente di eccezionale se non fosse per il luogo che Giò e Giulia, mamma e papà falco, hanno scelto per nidificare: da 3 anni, la coppia depone le uova a 125 metri da terra sul Grattacielo Pirelli a Milano, dove ogni anno torna per affrontare la stagione riproduttiva. I due genitori, così chiamati in omaggio a Giò Ponti – progettista del “Pirellone” – e sua moglie Giulia, sono osservati ventiquattro ore al giorno da una webcam, posizionata in cima all’edifico quando la loro “occupazione” fu scoperta durante i lavori di ristrutturazione del 2017. Con l’occasione, fu anche messo a loro disposizione il nido artificiale che tuttora viene utilizzato: quest’anno sono arrivati il 19 gennaio e le tre uova sono state deposte il 3 marzo. Da adesso in poi si svolgerà la fase di allevamento dei pulli che, per un superpredatore come il falco pellegrino, dovrebbe prevedere un menu a base di merli, tordi e altri piccoli uccelli.
Per il rapace che scende in picchiata raggiungendo picchi di oltre 350 km orari, eleggere gli ambienti urbani a propria abitazione non è, a ben guardare, un esercizio così raro. Se in natura abita quasi tutti i biotopi ad eccezione dei Poli e costruisce i propri nidi su cengie e pareti rocciose, nelle nostre città – dove trova piccioni in abbondanza che riesce a cacciare nonostante le medie dimensione – individua i punti più alti e vi stabilisce la propria dimora. Oltre al Pirellone di Milano dunque, ecco nidi di falco pellegrino su campanili, torri e alti palazzi: senza contare i piccoli di Giulia e Giò, nella primavera del 2013 sulla cima della Lanterna di Genova hanno nidificato ben 3 coppie di questa specie mentre nel 2016, sul campanile del Monastero di San Giovanni a Parma, una coppia ha dato alla luce quattro pulli. Un animale versatile, ben adattato alla presenza dell’uomo, che non ha risparmiato nemmeno una delle torri del distretto della Fiera di Bologna: una coppia vi mise su casa nel 2000, al 13° piano mentre nella stessa città, un’altra sceglieva le nicchie della Basilica di San Petronio, in pieno centro cittadino.
Una convivenza che speriamo possa rimanere tale per il re del cielo, dal capo nero a simulare i cappucci da pellegrino (da cui il nome), che sin dai tempi degli Egizi è stato considerato un animale vicino agli dei.