Diciotto aree marine protette hanno discusso con la Federazione soprattutto di come gestire la ripresa dopo il lockdown, costituiti tre gruppi di lavoro
Riunione telematica per le aree marine protette italiane che stanno facendo quadrato per ottimizzare, alla ripartenza post-lockdown, risorse e finanze già esigue. Tra i vertici di Federparchi e 18 dirigenti delle AMP vi è stata un’ampia convergenza sulla necessità di affrontare le questioni in un’ottica di sistema e di collaborazione reciproca, evitando frazionamenti e affinché la Federparchi assuma in pieno la rappresentanza delle aree marine.
Al fine di sviluppare un’azione strutturata di coordinamento sono stati costituiti tre gruppi di lavoro. Il primo gruppo riguarda la “Fase Due” e tutto ciò che afferisce alle modalità di ripresa della attività dopo il blocco; il gruppo è coordinato da Augusto Navone direttore della AMP Tavolara-Punta Coda Cavallo. Il secondo affronterà i temi legati alle problematiche della gestione ordinaria, ossia regolamenti, disciplinari, vigilanza e quant’altro attiene all’attività quotidianità delle AMP; coordinato da Salvatore Livreri Console direttore della AMP delle Isole Egadi. Il terzo gruppo, infine, coordinato da Antonio Miccio direttore AMP Punta Campanella, si occuperà dei temi legati alle risorse finanziarie, comprensivi dell’accesso a fondi ed a progetti nazionali ed internazionali.
Federparchi, inoltre, ha assunto l’impegno di rappresentare presso il Ministero dell’Ambiente le difficoltà economiche in cui si ritrovano le Aree marine a seguito del lockdown. Il venire meno dell’autofinanziamento collegato con le attività di turismo sostenibile in esse praticate, costituisce un problema non da poco per le esigue finanze delle Amp, già dotate di scarsi fondi, e comporta la necessità di interventi straordinari di sostegno. Il presidente di Federparchi Giampiero Sammuri, nelle sue conclusioni, ha anche ribadito la determinazione a portare avanti, nel confronto con governo e Parlamento, la proposta di estensione delle Zone Economiche Ambientali, oggi previste per i soli parchi nazionali, a tutte le Aree Protette e, quindi, anche alle aree marine. In tal modo anche le AMP avrebbero accesso ai benefici e alle agevolazioni delle ZEA al fine di divenire anch’esse un punto di riferimento per lo sviluppo sostenibile del territorio.