Un segnale di vita quello che Fulvio Mamone Capria, capo della segreteria particolare del ministro Sergio Costa, ha inoltrato virtualmente stamattina al mondo dei parchi naturali di questo Paese, seppure non esattamente in linea con la risposta che questi ultimi attendevano di avere. In diretta facebook dal web meeting sull’avifauna del Mediterraneo del Parco Nazionale dell’Asinara infatti, auspica che “dal prossimo mese si possa ripartire con una mobilità intelligente affinché di nuovo si ritorni a visitare il parco, scrigno di biodiversità”. E il “prossimo mese” appare tanto vicino alla data del primo giugno, ovvero la più lontana indicazione temporale che il Premier ha fissato nel corso dell’ultima conferenza stampa per consentire le riaperture delle attività considerate più a rischio, tra le quali anche bar e ristoranti.
Ad altre specifiche Mamone Capria non si è lasciato andare, seppure da un paio di settimane, la Federazione Italiana dei Parchi e delle Riserve Naturali chieda di poter riaprire subito alla fruizione pubblica secondo misure di precauzione di cui essa stessa si è fatta portatrice presso il Ministero dell’Ambiente. Dopo l’ultimo DCPM di due giorni fa poi, la richiesta di Federparchi si è fatta più insistente ed è stata corredata da una esplicita dichiarazione di delusione rispetto all’assenza di ogni riferimento chiaro alla fruibilità che le nostre aree naturali possono avere: si tratta infatti di zone che non solo sono custodi di un patrimonio di biuodiversità unico, ma che anche serbano una intera filiera economica che va dal turismo allo sport, passando per l’agroalimentare. Un indotto che chiaramente, è stato piegato dalle misure di lockdown nazionali intraprese per far fronte all’emergenza sanitaria. E allora, annuncia Mamone Capria al web meeting di stamane: “L’impegno del Ministro Costa per le aree protette nazionali è alto. Abbiamo messo in campo – spiega elencando le misure intraprese in passato, in condizioni economiche e sociali di ordinaria normalità – la nascita delle Zea, le Zone economiche ambientali all’interno dei parchi, grazie alla legge clima e all’ultima legge di bilancio. E’ in corso la predisposizione dei decreti attuativi affinché le imprese che operano in quelle aree possano avere utili sgravi fiscali e chi vive lì, quasi come un “paladino della natura”, possa continuare a farlo garantendo presidio del territorio e attività sostenibili. E poi gli 80 milioni di euro per l’efficientamento energetico dei parchi nazionali e l’impegno dei Carabinieri Forestali del Cufa contro il bracconaggio”. Il capo della segreteria particolare inoltre, porta il saluto del ministro e chiude sottolineando l’importanza di potenziare “la straordinaria moltitudine di aree protette del nostro Paese”. L’obiettivo dunque sembra comune, la differenza sta tutta nel metodo.