La giunta esecutiva di Federparchi ribadisce la funzione delle aree protette e chiede chiarimenti in merito al Dpcm
La giunta esecutiva di Federparchi esprime delusione rispetto a quanto previsto per la Fase due, nel DPCM non vi è alcun riferimento chiaro alla fruibilità dei parchi e delle aree naturali protette e si rischia di introdurre elementi di confusione.
“Da tempo – si legge in una nota – medici, specialisti e virologi ci dicono che il contatto con la natura fa bene alla salute fisica e psicologica e, in particolare, stimola endorfine che rafforzano il sistema immunitario. Abbiamo ribadito più volte, in questi giorni, che gli enti parco sono già adesso in grado di garantire distanziamento e contingentamento delle presenze, questo in base ai regolamenti già in vigore. Inoltre le guide dei parchi accompagnando piccoli gruppi possono svolgere un importante ruolo di educazione sanitaria e di controllo sul rispetto delle regole del distanziamento sociale e consentire la fruibilità degli ambienti naturali, cosa che può essere garantita anche dai corpi di vigilanza attivi nei parchi”.
Federparchi chiede al governo e al Parlamento che venga chiarita con urgenza la possibilità di accedere alle aree naturali protette nell’ambito delle motivazioni per la mobilità relative alla attività motoria, al fine di evitare equivoci e consentire ai cittadini quel contatto con la natura prezioso per la ripresa del Paese. Un chiarimento che aiuterebbe anche la filiera del turismo sostenibile, una dei comparti più colpito dalla crisi, e che proprio dai parchi potrebbe rimettersi in movimento rispettando le regole di sicurezza per la salute.