Il settore del biowaste non si ferma: aziende e lavoratori garantiscono la continuità del settore. Lo sottolinea il CIC – Consorzio Italiano Compostatori, in occasione del rilascio dell’analisi dei dati sulla raccolta dell’organico in Italia, che raggiunge 7,1 milioni di tonnellate.
In questo momento così difficile per l’intero Paese, che si trova ad affrontare a livello sociale ed economico l’emergenza sanitaria, il settore del biowaste non si è fermato. A sottolinearlo è il Consorzio Italiano Compostatori (CIC), le cui aziende associate hanno garantito e continuano a garantire i propri servizi grazie all’impegno delle lavoratrici e dei lavoratori del settore.“Le nostre aziende e gli impianti industriali del nostro settore stanno tenendo duro e stanno mettendo in atto tutte le strategie possibili per restare al servizio della comunità e far sì che, una volta rientrata l’emergenza, la catena possa riprendere in piena operatività e senza contraccolpi”, dichiara Massimo Centemero, Direttore del CIC. Per dare un segnale di continuità con il lavoro di raccolta, di supporto e di analisi svolto in questi anni, in occasione della “Settimana Internazionale della Consapevolezza del Compost” (ICAW – dal 3 al 9 maggio) il CIC ha rielaborato i dati 2018 del rifiuto organico e degli impianti italiani a partire dai dati del Rapporto Rifiuti Edizione 2019 dell’ISPRA, per raccontare l’andamento della raccolta dei rifiuti organici in Italia. Sono dunque 7,1 milioni le tonnellate di rifiuti organici (umido, verde e altre matrici organiche provenienti dalla raccolta differenziata) raccolte in Italia. In particolare, si calcolano 5,1 milioni di tonnellate di FORSU, cui si aggiungono quasi 2 milioni di tonnellate di frazione verde: la raccolta dell’organico aumenta dunque del 7,5% rispetto all’anno precedente (+500.000 kg) e si conferma la frazione più importante per la Raccolta Differenziata. I cittadini italiani differenziano circa 17,5 milioni di tonnellate, il 40,4% dei quali rappresentano il rifiuto organico (Forsu e verde). “Dopo un anno di crescita limitata tra il 2016 e il 2017, gli ultimi dati disponibili confermano il trend di crescita della raccolta dei rifiuti organici con dati evolutivi da record dovuti principalmente alla frazione umida che dal 2017 al 2018 è passata da 4,5 a 5,1 milioni di tonnellate. Il verde, al contrario, dal 2016 – anno di approvazione del collegato agricolo – ha smesso di crescere, registrando una sostanziale flessione nel 2017 e nel 2018. La generazione di scarto verde non è diminuita ma sono calati raccolta e trattamento, con la conseguenza che una parte di questo rifiuto è uscito dai radar della tracciabilità”, osserva Flavio Bizzoni, Presidente del Consorzio Italiano Compostatori. Emilia Romagna e Lombardia in testa A livello nazionale il dato procapite di rifiuto organico intercettato ci mostra un’impennata importante, passando da 108 a 117 kg/abitante/anno. In particolare, in Emilia Romagna nel 2018 sono stati raccolti in modo differenziato più di 170 kg/abitante di rifiuto organico. Al primo posto per quantità di frazione organica raccolta si conferma la Lombardia, con quasi 1,3 milioni di tonnellate annue, in aumento rispetto all’anno precedente quando la raccolta si attestava su 1,2 milioni. Al secondo posto sale l’Emilia Romagna, che con circa 794.000 tonnellate supera il Veneto, che quest’anno scende al terzo posto (750.000 t ca) registrando un lieve calo nella raccolta. Stabili al quarto e quinto posto la Campania (680.000 t ca) e il Lazio (550.000 t ca). “Le stime di crescita ci portano ad individuare per il 2025 il traguardo di quota 9.200.000 tonnellate di rifiuto organico raccolto in Italia, ovvero più di 150 Kg/ab/anno”, conclude Centemero. “Per questo è fondamentale continuare a lavorare soprattutto nelle regioni del Centro e del Sud: al momento, rispetto alla raccolta media pro-capite italiana, ben 5 regioni del Sud su 6 sono al di sotto. Il territorio italiano è a rischio desertificazione e l’allarme riguarda in primis le regioni del centro e del sud. È prioritario incrementare e stoccare il contenuto in sostanza organica dei suoli. Il buon governo della dotazione di sostanza organica dei suoli può essere garantito da operazioni conservative legate alla gestione della fertilità (lavorazioni, rotazioni, pratiche colturali conservative) e da operazioni di apporto di sostanza organica di origine naturali (letami, liquami, ammendanti compostati), supportate da interventi mirati, quali incentivi economici e pratiche di defiscalizzazione”. Per questo con l’European Compost Network il CIC ha lanciato la Piattaforma S.O.S. Soil SAVE ORGANICS IN SOIL, «salva mantieni, conserva la sostanza organica del suolo», con l’obiettivo di rendere noti i benefici legati al mantenimento o all’incremento del tasso di sostanza organica nel suolo. A livello europeo sono già state raccolte numerose adesioni e l’invito a firmare il Manifesto è aperto a tutti gli enti e le associazioni in Italia.