Quello della ripresa sarà un turismo di prossimità ed economicamente sostenibile, che consente esperienze per pochi o per piccoli gruppi della durata di una mezza giornata, di una giornata, di un week-end.
E’ integrato con il territorio, con i ristoranti e le strutture di accoglienza, con i beni culturali e le produzioni gastronomiche locali. E’ rispettoso dell’ambiente, si praticherà sempre più anche con le e-bike, a mobilità sostenibile. Queste sono le peculiarità dell’enitirismo, motore del turismo enogastronomico, sempre più praticato dagli appassionati di vino e cibo italiani e dalla generazione dei Millennials, e per il quale l’Italia è la meta mondiale preferita dagli enogastronauti di tutto il mondo secondo i dati del Food Travel Monitor 2020 – World Food Travel Association.
“Il Vino e i prodotti di qualità certificata (DOP, DOC e DOCG) sono fondamentali per il turismo enogastronomico che a livello internazionale – spiega Magda Antonioli, Professore Associato all’Università Bocconi e Consigliere di amministrazione di ENIT – Agenzia Nazionale del Turismo – è uno dei driver della domanda di turismo, con una crescita quasi tripla rispetto ai settori turistici tradizionali. Il turismo enogastronomico e l’enorurismo in particolare sono la sintesi tra Produzione e Territorio. Affinché si possano sviluppare è indispensabile promuovere la narrazione di tutta la filiera, offrendo a un turista sempre più consapevole una rete strutturata di informazioni ed esperienze”.
In Italia l’enoturismo – di tradizione antica – è riconosciuto per legge solo dal 2019, con il Decreto Attuativo del Ministero delle Politiche agricole, che indica con precisione che cosa si deve fare per rispettarne i parametri di qualità e di efficacia. “Dal nostro Osservatorio, i Produttori e i Consorzi di tutela del Vino e gli Operatori dell’accoglienza risultano ancora poco informati su queste direttive, e il Covid-19 rende necessaria l’evoluzione di alcune di queste stesse normative – aggiunge Francesco Moneta di The Round Table, l’agenzia che all’inizio di quest’anno ha dato vita alla piattaforma ‘Il Nuovo Enoturismo’, con la condivisione di Carlo Pietrasanta, tra i fondatori del Movimento Turismo del Vino, che ha lavorato a questa legge per anni. “Il Nuovo Enoturismo ha lo scopo di affiancare Produttori, Consorzi di Tutela ed Enti di Promozione Territoriale nell’applicare al meglio e in tempi rapidi le determinazioni del Decreto e la loro attualizzazione, sia con strumenti formativi che con soluzioni comunicative.”
Secondo un sondaggio condotto nelle scorse settimane tra le cantine aderenti al Movimento Turismo del Vino Lombardia “la totalità degli intervistati – informa Carlo Pietrasanta – concorda sul fatto che quella legata all’Enoturismo sia, ora più che mai, un’attività economica strategica per contrastare il drastico calo nella vendita e distribuzione. Abbiamo anche verificato che, se prima del Covid-19 solo un 30% degli intervistati era dotato di un sistema e-commerce, a fine aprile la percentuale è in costante salita”.
La maggioranza dei Produttori intervistati che punteranno anche sull’Enoturismo – continua Carlo Pietrasanta – vogliono conoscere informazioni di contesto, le indicazioni della legge e soprattutto come gestirne la comunicazione, in particolare nel web”.
Dal Rapporto sul Turismo Enogastronomico italiano 2020 emerge che i “millennials” (i nati tra il 1981 e il 1996, oggi 24-39enni) sono stati i principali trascinatori della crescita del turismo enogastronomico a livello mondiale. Nel “prossimo domani” i turisti a cui riferirsi saranno la “generazione z”, i ‘superfoodie’ nati dopo il 1997, fortemente interessati alla vacanza enogastronomica come esperienza unica e memorabile. Questo è un pubblico che si documenta prevalentemente per via digitale, l’80% di loro ha visitato una destinazione o ha partecipato ad un’esperienza a tema in seguito a informazioni tratte da video, post e recensioni pubblicate in rete.
Se in tempi ‘normali’ poi la wine experience si viveva prevalentemente in cantina, ora in tempo di covid-19 sarà sempre di più anche in vigna dove ci sono naturalmente gli spazi per il distanziamento. L’edutainment – con vendemmia didattica, picnic tra i filari e degustazioni “open air” che coinvolgono anche le eccellenze agroalimentari del territorio – è un aspetto sempre più importante della nuova offerta enoturistica: un’esperienza semplice ed empatica, ludica ed educativa, sostenibile.