“È necessario tornare alla montagna, dopo l’emergenza covid19, nella consapevolezza e nel rispetto dei valori ambientali”, è l’appello del Parco Nazionale dei Monti Sibillini
Domenica scorsa, nei pressi di Pintura di Bolognola, a circa 1400 metri di quota, all’interno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, è stato ritrovato un individuo ucciso di vipera dell’Orsini (Vipera ursinii). Si tratta di una specie molto rara in Europa; in Italia vive esclusivamente negli ambienti montani (oltre 1350 m di quota) dei principali massicci montuosi dell’Appennino Centrale tra cui i Monti Sibillini. È quindi tutelata da normative italiane ed europee, tra cui la Convenzione internazionale di Washington (CITES) e la Direttiva “habitat” ed è inserita nella categoria “Vulnerable” nella recente versione della Lista Rossa dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura. Pur essendo una vipera (anche se neanche la vipera comune in realtà costituisce un serio pericolo), è considerata assolutamente innocua per l’uomo, essendo di dimensioni ridotte (meno di 40 cm di lunghezza) e dotata di denti veleniferi molto piccoli e di un veleno blando e idoneo ad uccidere grilli e cavallette di cui si nutre. Vale ovviamente la regola, come per tutti gli altri animali, di non infastidirla avvicinandosi troppo né, tano meno, di tentare di catturarla.
La carcassa dell’animale è stata segnalata ai Carabinieri Forestali di Fiastra dal sig. Cosimo Moricca di Osimo, il quale ha poi provveduto ad inviare le relative foto al Parco. E sembra che l’animale sia stato intenzionalmente ucciso.
Nel territorio del Parco, anche grazie alle recenti indagini erpetologiche che hanno portato alla redazione del quaderno scientifico-divulgativo dedicato agli Anfibi e ai Rettili dei Sibillini, la specie è stata rilevata fino ai 2300 metri di quota, ampliando il limite superiore del range altitudinale noto per l’Italia. Peraltro, il sito di ritrovamento a Pintura di Bolognola è particolarmente importante, in quanto si tratta del punto più settentrionale d’Italia dell’areale di presenza di questa specie.
È comunque un evento relativamente raro poterla osservare lungo i sentieri ed uno dei fattori di minaccia più gravi è, per l’appunto, l’uccisione diretta da parte dell’uomo. Purtroppo, l’ignoranza alimenta ancora ingiustificate paure.
“La possibilità di tornare a frequentare le montagne dopo la chiusura dettata dall’emergenza covid19 – sottolinea il direttore, Carlo Bifulco – è una grande opportunità anche per il rilancio delle aree protette e, in particolare, del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, già duramente colpito dagli eventi sismici del 2016. Ma mai come ora la frequentazione di questi ambienti tanto straordinari quanto fragili richiede tutta la nostra attenzione e responsabilità”.
Il Parco lancia, dunque, il suo appello a tutti i frequentatori della montagna affinché le attività escursionistiche avvengano sempre più nella consapevolezza e nel pieno rispetto di quei delicati valori ambientali che un Parco Nazionale ha il compito di tutelare.