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Conte confida di arrivare a “mille” ma Vienna affonda la Corazzata “delle speranze”
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La striscia

“Il piano della Commissione europea sul Recovery Fund non sarà una fotocopia di quello franco-tedesco…”

Roma – All’indomani della proposta Merkel-Macron per la ripresa dell’economia europea colpita dalla pandemia di coronavirus, l’esecutivo Ue prende qualche distanza da un testo che ieri Ursula von der Leyen aveva definito “costruttivo e in linea con la proposta della Commissione”. Quanto alla proposta di palazzo Berlaymont che sarà presentata il 27 maggio, il vicepresidente esecutivo Valdis Dombrovskis anticipa che : “ci sarà un mix di sovvenzioni e di prestiti”, quindi non solo dotazioni agli Stati come previsto dal piano della cancelliera tedesca e del presidente francese. Inoltre, aggiunge Dombrovskis, la potenza di fuoco dello strumento messo in campo dalla Commissione (tra prestiti e sovvenzioni) non sarà di centinaia di miliardi, ma di oltre 1000 miliardi”. Ecco come iniziava l’altro ieri il commento Massimo Maueri per Agi-economia. Un flusso di mille miliardi sull’Italia, il sogno del presidente del Consiglio Giuseppe Conte per risanare economia e Paese. Mille miliardi. Peccato che, nonostante l’appoggio del Commissario Gentiloni,i cosiddetti quattro Paesi del Nord ( Svezia, Danimarca, Paesi Bassi ed Austria) non siano d’accordo. La loro posizione è stata ribadita dal ministro austriaco degli Affari europei, Karoline Edtstadler: “È chiaro che i soldi che stanno affluendo ora in Italia, Spagna e Francia per uscire dalla crisi causata dal coronavirus dovranno essere restituiti’”, ha spiegato in un’intervista rilasciata al quotidiano Salzburger Nachrichten. Edtstadler ha anche aggiunto: “I fondi per la crisi siano erogati sotto forma di prestiti rimborsabili e non sovvenzioni” E peccato che Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione europea, abbia dato un appuntamento ai vari governi dell’Eurozona: ”Ci rivediamo in autunno”. Memorandum d’avvertimento o di minaccia? La risposta di Giuseppe Conte: “La mia preoccupazione è che alcuni Paesi dell’Ue continuano a fare pressioni per un bilancio business-as-usual e un modesto Recovery fund, con una percentuale trascurabile di finanziamenti a fondo perduto. Sono fortemente convinto che la loro posizione rifletta l’incapacità di comprendere le sfide storiche che affrontiamo. Se permettiamo che le crisi per il Coronavirus potenzi le divergenze economiche e sociali nell’Ue – ha aggiunto – non solo non riusciremo a raggiungere gli obiettivi chiave che abbiamo esposto in documenti come il green deal della Commissione e l’Agenda strategica del Consiglio europeo, ma alimenteremmo le fiamme del nazionalismo allargheremo le divisioni nella nostra Unione”. Il piagnisteo sarà sufficiente? Avremo la risposta mercoledì prossimo.

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