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Etichetta volontaria per le carni, presentata proposta di legge Muroni
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La striscia

Un sistema volontario di etichettatura in zootecnia per i prodotti di origine animale attraverso “una chiara tabella” che segue il metodo di allevamento in base ai 4 livelli per la definizione dei potenziali di benessere animale. Questo l’asse portante della proposta di legge di Rossella Muroni, deputata LeU, presentata nella conferenza ‘Metodo di allevamento in etichetta’, in diretta facebook da Legambiente e Ciwf (Compassion in world farming) Italia. La pdl – viene spiegato – prevede l’istituzione di un sistema nazionale univoco e volontario di etichettatura che, grazie a una “chiara grafica, tuteli i cittadini veicolando informazioni trasparenti”. Sono previsti “più livelli per ogni specie” distinti attraverso “l’indicazione del metodo di allevamento e l’eventuale uso delle gabbie. Nonostante la crescente sensibilità dei cittadini in Italia manca una certificazione univoca e volontaria ma garantita dal pubblico sul benessere animale in zootecnia – osserva Muroni – accogliendo l’appello di Legambiente e Ciwf Italia ho presentato la proposta di legge” che “prevede, tra l’altro, l’indicazione in etichetta del metodo di allevamento e dell’eventuale uso di gabbie”; questo naturalmente a “tutela della libertà di scelta dei cittadini e a difesa degli allevatori italiani virtuosi”. Secondo le associazioni “informazioni univoche, chiare e trasparenti sul potenziale di benessere animale dei prodotti sono indispensabili per tutelare il diritto di scegliere dei consumatori e per valorizzare gli allevatori virtuosi del Made in Italy. Sono oltre 5mila gli allevatori di suini all’aperto, e oltre 8mila quelli che stanno investendo per un miglioramento del benessere” degli animali nelle stalle italiane. La pdl presentata da Muroni, in sostanza, istituisce il “Sistema di qualità nazionale benessere animale in zootecnia”, per “elevare e garantire condizioni di benessere e salute animale significativamente superiori alle norme comunitarie e nazionali”. L’etichettatura secondo il metodo di allevamento – viene spiegato – è anche “uno strumento a disposizione del Governo per indirizzare i fondi verso allevamenti che hanno migliori caratteristiche di sostenibilità, producono con migliori qualità nutrizionali, hanno bisogno di un minore uso di antibiotici, e possono quindi diventare la cifra del nostro made in Italy all’estero. La transizione verso un sistema alimentare sostenibile è sempre più necessaria”.

“Oggi è un giorno molto importante”, afferma Annamaria Pisapia, direttrice di Ciwf Italia, parlando di “apertura di un percorso di trasparenza di cui il sistema alimentare italiano ha urgentemente bisogno”. “L’esigenza di rafforzare gli impegni nell’approccio ‘One health’ e l’attuale crisi causata dalla pandemia Covid-19 – dichiara Antonino Morabito responsabile benessere animale di Legambiente – hanno reso evidente quanto siano insostenibili molti dei modelli economici attuali e che la minaccia per salute e ambiente passi anche dall’allevamento intensivo. L’Italia può e deve fare la propria parte; sarebbe paradossale se Parlamento e governo non lo facessero a partire dai modi più semplici. Uno di questi è fornire strumenti normativi affinché cittadini e allevatori possano concretamente contribuire”.

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