Gli automobilisti che percorrono i 9 ponti stradali sui corsi d’acqua dello Stirone, del Taro e del Trebbia, sanno da oggi che tra i piloni di cemento si celano piccole scrigni di tutela della fauna selvatica locale: l’area protetta dell’Emilia Occidentale ha posizionato alcune batbox con lo scopo di tutelare quelle specie di pipistrello che da una parte svolgono un ruolo fondamentale nella regolazione di zanzare e insetti, ma dall’altra sono fortemente minacciate dalla perdita di habitat, dalla diminuzione delle risorse alimentari e dalla chiusura di fessure e cavità, soprattutto quando utilizzano gli edifici come rifugi notturni.
“I chirotteri sono il secondo gruppo di mammiferi più numeroso al mondo”, si legge in una nota dell’ente parco. “In Emilia Romagna sono tutelati dalla L.R. 15/06 sulla Fauna Minore, inoltre alcune specie sono particolarmente protette ai sensi della Direttiva Europea “Habitat”. Per cercare di ovviare a questa situazione, anche allo scopo di sensibilizzare i cittadini dell’importanza di queste specie, ogni ponte presente nelle aree protette fluviali è stato dotato di diverse bat-box, realizzate in materiale duraturo e fissate alla muratura”.
Non resta che attendere dunque la colonizzazione di questi nuove “case sospese”, che a volte può farsi attendere anche per qualche anno.