Ieri pomeriggio è stata siglata l’intesa tra il ministero dell’Ambiente e l’Unesco per avviare il nuovo programma “Unesco International Environmental Experts Network”, a sostegno di aree protette e territori riconosciuti sul piano mondiale per gli elevati valori naturalistici. L’accordo è stato sottoscritto in videoconferenza dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa e dalla direttrice generale dell’Unesco Audrey Azoulay.
CON LA FIRMA DELL’ACCORDO VIENE LANCIATA LA PRIMA “RETE INTERNAZIONALE DI ESPERTI AMBIENTALI” – a favore di siti patrimonio mondiale, “Intangible heritage”, riserve della biosfera e geoparchi Unesco, che sarà impegnata ad aiutare sul campo enti gestori e tecnici in azioni di conservazione, gestione, formazione ed educazione ambientale.
“CONIUGARE LA BIODIVERSITÀ E LA CULTURA” – ha affermato il ministro Costa – “È fondamentale per tutelare la vita del pianeta. L’Italia sarà sempre al fianco dell’Unesco: i temi di questa intesa sono fondamentali per costruire una nuova alleanza planetaria. Il nostro Paese ci crede e porterà questa iniziativa al prossimo G20, che presiederà nel 2021, come strumento operativo avviato nei territori di eccellenza selezionati dall’Unesco”. “Crediamo molto in questo progetto comune – ha dichiarato la direttrice generale Unesco Audrey Azoulay – Citeremo l’Italia come esempio, anche negli incontri internazionali”.
APERTO A TUTTI GLI STATI – come potenziali donatori, il nuovo programma Unesco promosso dall’Italia intende offrire soluzioni concrete e progetti da avviare in ogni regione continentale per far lavorare insieme biologi, geologi, forestali, naturalisti, educatori e formatori, manager di parchi e aree naturali protette, autorità locali, Ong, portatori d’interesse e così via. Ad oggi l’Unesco ha riconosciuto 252 siti Patrimonio Mondiale per criteri naturali in oltre 100 paesi, 161 Geoparchi in 44 paesi, 714 riserve della biosfera in 129 paesi – di cui 21 siti a carattere transfrontaliero – oltre a diversi elementi del cosiddetto patrimonio immateriale riconosciuti in aree protette e parchi nazionali, come il Cilento e l’isola di Pantelleria in Italia ad esempio.
L’INIZIATIVA NASCE DAI “CASCHI VERDI” – progetto avviato dal ministro Costa e dalla direttrice Azoulay due anni fa e in seguito condiviso con il ministero degli Affari esteri e la Commissione nazionale italiana per l’Unesco. Dopo una prima sperimentazione, avviata in Italia anche grazie con il supporto tecnico-scientifico di ISPRA, il “Decreto Clima” approvato nel dicembre 2019 dal Parlamento Italiano decise la creazione del programma sperimentale “Caschi verdi per l’ambiente” per realizzare iniziative di collaborazione internazionale a tutela e salvaguardia ambientale e di contrastare gli effetti derivanti dai cambiamenti climatici in aree di pregio naturalistico riconosciute dall’Unesco.
GLI “ENVIRONMENTAL EXPERTS” – verranno selezionati dall’Unesco con apposite “call” per raccogliere il migliore expertise mondiale su tutela, gestione valorizzazione delle aree protette e interverranno per assicurare un qualificato supporto tecnico in materia di conservazione e salvaguardia degli ecosistemi e della biodiversità, mitigazione e adattamento agli effetti dei cambiamenti climatici, formazione, educazione e divulgazione ambientale a favore di giovani e comunità.
LA RETE DI ESPERTI AMBIENTALI – si inserisce pienamente nel mandato istituzionale Unesco, quello di costruire un futuro di pace e di reciproco rispetto facendo leva sul dialogo tecnico scientifico e sulla partecipazione. La sfida di alzare, insieme all’Unesco, il livello mondiale di expertise sulle aree protette e su siti sensibili sul piano ambientale appare estremamente attuale nel momento in cui stiamo pianificando le iniziative da adottare per attenuare le conseguenze della pandemia, accrescere la resilienza della nostra società, inserire in un’ottica verde e di neutralità climatica la nostra economia, individuare nuovi e più ambiziosi target di tutela della biodiversità.