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Greenpeace consegna le “bollette climatiche” di ENI
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La striscia

I volontari e volontarie di Greenpeace, in diverse città italiane e in ottemperanza alle vigenti normative anti Covid-19, hanno distribuito la riproduzione di una bolletta Eni realizzata dall’organizzazione ambientalista, con informazioni sull’impatto delle attività dell’azienda sul clima del Pianeta.

PER GREENPEACE NONOSTANTE SIA UNO DEI MAGGIORI INQUINATORI – al mondo in termini di emissioni di gas serra, nonché il più grande emettitore italiano di CO2, Eni si proclama “verde” mentre invece continua a puntare con decisione sul gas fossile, combustibile che spaccia come “amico del clima”, ma che è in realtà uno dei responsabili dell’emergenza climatica in corso.

“L’AZIENDA VUOLE CONTINUARE AD ESTRARRE E BRUCIARE GAS” – «Nelle sue martellanti comunicazioni, che si tratti di spot a pagamento o di dichiarazioni fatte sui media, Eni cerca di promuovere i propri piani come “green”. Ma la verità è un’altra, l’azienda vuole continuare estrarre e bruciare gas e petrolio, e per farlo propone false soluzioni per la lotta alla crisi climatica in corso, come ad esempio il CCS. Ovvero la cattura e lo stoccaggio di CO2, tecnologia costosa che verrebbe usata per continuare a estrarre gas fossile, e per cui l’azienda sta chiedendo anche ingenti fondi pubblici», commenta Luca Iacoboni, responsabile Campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia.

“IL MONDO POLITICO CONTINUA AD AVVALLARE I PIANI INDUSTRIALI DELL’AZIENDA” – Il mondo politico continua infatti ad avallare i piani industriali dell’azienda, sebbene questi non faranno che aggravare l’emergenza climatica. Per tale motivo, Greenpeace ha deciso di distribuire le bollette climatiche di Eni direttamente a cittadine e cittadini. Il 30% del capitale sociale di Eni è infatti in mani pubbliche, tramite il Ministero dell’Economia e delle Finanze e la Cassa Depositi e Prestiti: gli italiani e le italiane sono dunque azionisti di Eni, e devono sapere come e quanto l’azienda sta contribuendo alla crisi climatica e ai suoi effetti devastanti su persone e Pianeta – sostiene Greenpeace.

CAMBIARE ENI È MEGLIO” –  «Ognuno di noi, nel proprio piccolo, può e deve fare la propria parte per salvare il clima. Ma se vogliamo davvero essere efficaci nella lotta all’emergenza climatica in corso, a fare passi concreti in tal senso devono essere prima di tutto giganti come Eni. Cambiare abitudini per tutte e tutti noi è bene. Cambiare Eni è meglio», conclude Iacoboni. 

LA PETIZIONE – Nelle scorse settimane Greenpeace ha lanciato una petizione per chiedere al Cane a sei zampe di fermare nuove ricerche di gas e petrolio, di abbattere le emissioni grazie alla diminuzione e al progressivo azzeramento dell’uso di combustibili fossili – e non attraverso sistemi di compensazione – e di puntare davvero su rinnovabili, idrogeno verde e combustibili sintetici da elettricità rinnovabile.

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