E’ stata la terrazza di Palazzo Baldeschi, con il suo affaccio su Corso Vannucci, a fermare per dieci minuti il viavai di una mattinata in zona arancione e a soprendere i passanti con il naso all’insù. Il Teatro di Sacco ha messo in scena la lettura dei versi danteschi che consegnano Perugia alle allegorie della Divina Commedia e che ieri mattina, hanno segnato il primo tributo del 2021 ai settecento anni dalla morte di Dante Alighieri. Paradiso, undicesimo canto, San Tommaso traccia a Dante un quadro delle grandi virtù di San Francesco d’Assisi, citando Porta Sole come punto di riferimento per indicare la posizione geografica della sua città natale: non è un caso dunque, che le celebrazioni complessive messe in campo dal Comune di Perugia titolino proprio “Dante, Porta Sole e l’Umbria”. Presente ieri mattina sul Corso Leonardo Varasano, assessore alla cultura, che sottolinea: “Perugia ha già aperto l’anno dantesco prima di Natale non solo con alcuni altri appuntamenti a sorpresa come questo dal balcone di Palazzo Baldeschi, ma anche con l’inaugurazione (in streaming, come l’emergenza Covid richiede nda) di una mostra diffusa che trova il suo centro alla Biblioteca Augusta, dove – fino al 31 maggio – è presentata una selezione di manoscritti e rarità frutto di una attenta ricerca scientifica, grazie alla concessione di soggetti pubblici e privati. Da qui poi il percorso si dipana tra San Matteo degli Armeni e Palazzo della Penna, alla scoperta delle connessioni tra le opere del Sommo Poeta e due personaggi importanti nella storia della città”.
Aldo Capitini e Gerardo Dottori, entrambi figli del XX secolo, l’uno intellettuale teorico della nonviolenza e l’altro perno della pittura futurista: a discapito dei secoli, Dante Alighieri emerge nella loro produzione letteraria e artistica, ispirandone il pensiero e l’azione. Un’iniziativa tanto virtuosa da aver ottenuto il finanziamento da parte del comitato nazionale per le celebrazioni ma che tuttavia, è attualmente visitabile online attraverso delle pillole video fino a diversa disposizione dettata dall’emergenza sanitaria. “La nostra città – conclude Varasano – è profondamente legata alla Divina Commedia, all’interno della quale viene citata. Per questo l’emergenza non ha fermato le celebrazioni e per questo non smetteremo mai di ricordare, anche da un balcone che affaccia su Corso Vannucci”.
DANTE IN UMBRIA “Intra Tupino e l’acqua che discende del colle eletto del beato Ubaldo, fertile costa d’alto mondo pende, onde Perugia sente freddo da Porta Sole: e di rietro le piange per grave giogo Nocera con Gualdo”. Perugia debutta nel Poema in queste due terzine, le quali sembra che siano state scritte nel territorio di Gubbio, all’interno del castello di Colmollaro, dove risiedeva il Conte Bosone Novello Raffaelli amico di Dante, ghibellino anch’egli. L’Alighieri pone dunque la città Turrena in buona compagnia di altri luoghi umbri di riferimento, Nocera Umbra e Gualdo Tadino compresi, mentre Foligno si riserva un primato più profano: l’11 aprile del 1472, la città sul Topino vide la stampa della prima copia della Divina Commedia per mano del tipografo di Magonza Johannes Numeister, allievo di Gutenberg, della quale rimane oggi presso il Museo della Stampa l’unica pagina che riporta proprio le terzine dell’XI canto. L’Umbria è da sempre una terra feconda di spiritualità e fermento culturale e dal suo capoluogo, è partito il viaggio nell’anno dantesco in era Covid-19.